La Nuova Sardegna

Un’isola paradiso della cannabis

Un’isola paradiso della cannabis

Lo strano record dell’Ogliastra, per gli estimatori terra ideale di coltivazione

29 dicembre 2014
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SASSARI. Sino a qualche mese fa in Ogliastra poteva capitare di leggere sui muri una scritta eloquente: “Erba!!! Jannita for ever”. Come si capiva dai richiami e dai tanti punti esclamativi, nessun apprezzamento all’eterno amore per qualche ragazza dal nome vagamente spagnoleggiante. A venire decantate erano piuttosto le doti della marijuana prodotta da quelle parti. Le stesse magiche proprietà che, a detta d’intenditori pronti a dare “per sempre”un giudizio tanto deciso e risolutivo, sono magari diffuse in altre parti dell’isola, ma proprio lì trovano la possibilità d’ideali terre (e serre) di coltivazione. Insomma: se la Sardegna è il paradiso della cannabis come il Marocco, nelle campagne tra Tortolì, Lanusei e dintorni c’è il fior fiore delle piantagioni.

Con buona pace degli investigatori, a ogni modo tutt’altro che rassegnati all’idea che il business prosperi, come dimostrano le centinaia di sequestri e arresti degli ultimi anni. Perché a preoccupare gli inquirenti non sono certo i messaggi di qualche adolescente-writer che si vuole forse far notare per la spregiudicatezza. A catturare l'attenzione di polizia, carabinieri e sociologi sono piuttosto aspetti della faccenda molto più allarmanti: dietro molti traffici si celano vecchie e nuove bande, dal semplice consumo di marijuana si passa a reati decisamente più gravi, dietro i kit dei provetti coltivatori si possono trovare ramificazioni che portano al grosso spaccio, esteso persino ai boss di mafia, camorra e ’ndrangheta. E - come hanno rimarcato gli studiosi dell’università di Sassari nel loro ultimo report sulla criminalità in Sardegna - il fenomeno si è talmente allargato da prevedere piantagioni munite di telecamere o sorvegliate da uomini armate, oltre che contatti con chi smercia coca, eroina, anfetamine. Un mondo dove comunque le coltivazioni di marijuna continuano a dominare la scena per l’elevatissima qualità del “prodotto”. Che in Ogliastra, nel Sarrabus e in qualche zona del Nuorese ha trovato habitat ottimali, ma che conserva frotte di estimatori (e coltivatori diretti fai-da-te) in quasi tutte le periferie urbane dei maggiori centri dell’isola. A ben vedere, si capisce così sino in fondo, e certo meglio, il perché di quell’augurio. Quasi un invito a ritrovarsi “Jannita” tra le mani “for ever”: come nel film “L’erba di Grace”. (pgp)

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