La Nuova Sardegna

La compagnia a Onorato

di Luca Rojch
La compagnia a Onorato

E la Regione presenta un esposto all’Antitrust: c’è un rischio monopolio

07 luglio 2015
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SASSARI. La Balena blu ha sbranato l’ex compagnia di Stato. La Tirrenia è di Vincenzo Onorato. All’armatore manca solo un tratto di penna per diventare signore dei mari. Una firma che Onorato metterà oggi a Milano su un accordo da 100 milioni di euro, in un incontro riservato con il resto dei soci. L’armatore campano conduce in porto l’operazione milionaria. Da oggi controllerà il 100 per cento di Moby e Tirrenia. L’appuntamento doveva restare top secret. Quasi una formalità, perché l’accordo è stato già trovato da tempo. Onorato liquiderà i suoi soci con 100 milioni di euro.

Ricorso all’Antitrust. La Regione la prende malissimo e passa subito alla guerra dei mari. L’assessore ai Trasporti Massimo Deiana ha presentato un esposto all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato. Viene contestata la scalata di Onorato a Cin-Tirrenia. «Abbiamo segnalato la vicenda all’Agcm – dice Deiana –. Il Gruppo Onorato perfezionerà nelle prossime ore l’acquisizione del 100 per cento del pacchetto azionario di Cin-Tirrenia».

Secondo Deiana «Si realizzerebbe una concentrazione dai profili anomali in un mercato ristretto come quello dei collegamenti marittimi da e per la Sardegna – continua –. Dovrà essere l’Autorità garante della Concorrenza a valutare la legittimità dell’acquisizione. La lettera indirizzata al presidente Giovanni Pitruzzella richiede di “valutare la possibilità di adottare misure cautelari che sospendano l’efficacia dell’acquisizione nelle more della valutazione di legittimità”». In altre parole la Regione vuole provare a stoppare l’acquisizione delle quote.

Posizione dominante. Nella lettera Deiana mette l’accento su un possibile rischio monopolio. Moby e Tirrenia controllano insieme il 90 per cento del traffico delle rotte che collegano la Sardegna alla penisola. «Ad acquisire il controllo della Cin sarebbe un importante gruppo armatoriale già impegnato sulle rotte da e per la Sardegna – scrive Deiana nella lettera al garante –. Se questa ipotesi dovesse essere confermata ci si troverebbe di fronte a una concentrazione dai tratti fortemente anomali. Oltre il 90 per cento del traffico passeggeri e merci dei collegamenti da e per la Sardegna verrà controllato da un unico soggetto economico in posizione dominante riconducibile all’armatore Onorato. Si intende sottoporre fin da ora la vicenda all’attenzione dell’Autority perché valuti con la massima tempestività se in tale evenienza si sostanzi una condizione lesiva della dialettica concorrenziale». Fuori dal linguaggio patinato delle istituzioni Deiana chiede che l’Antitrust intervenga a gamba tesa sull’operazione di Onorato e la blocchi. Anche la scelta di presentare il ricorso ufficiale ancora prima della firma finale mette in evidenza la strategia della Regione.

L’operazione. Da mesi il patron di Moby studia l’operazione finanziaria per arrivare al controllo delle due compagnie. La convivenza con il partner scelto al momento della privatizzazione di Tirrenia, il Fondo Clessidra, è diventata impossibile, anche perché da subito è stato messo in minoranza. Il suo 40 per cento non è bastato per controllare la Cin. Onorato non si è perso d’animo e con pazienza ha cercato una soluzione. La cosa più complicata è stata individuare un altro fondo di investimento. L'armatore campano ha trovato l'accordo con il fondo americano Och Ziff che gli darà i 100 milioni di euro indispensabili per completare l'operazione finanziaria. Soldi con cui Onorato acquisterà le quote che Clessidra possiede sia in Cin, sia in Moby. Oggi Onorato ha il 40 per cento di Cin, la compagnia italiana di navigazione che controlla Tirrenia. Gli altri soci sono la Gip di Luigi Negri (15%) e la Shipping Investment di Francesco Izzo (10%). La quota più alta è nelle mani del fondo Clessidra di Claudio Sposito, con il 35 per cento di Tirrenia, e il 32 per cento di Moby. Dal punto di vista finanziario tutti i passaggi sono già decisi nei dettagli. Nell’operazione entrerà anche Unicredit.

Al fondo Clessidra andranno 80 milioni di euro, agli altri soci 20 milioni in tutto. Nei giorni scorsi c'è stato anche un consiglio di amministrazione di Tirrenia in cui è stato deliberato che nessuna causa legale potrà essere presa nei confronti di Clessidra. Una garanzia che la pace armata trovata tra gli attuali soci venga mantenuta anche dopo la fine della convivenza forzata tra Sposito e Onorato.

Il risiko dei mari. In poco più di quattro anni la Tirrenia è finita dalle mani dello Stato a quello del suo principale concorrente, l'armatore della Moby. La Cin, la compagnia italiana di navigazione, nel 2011 ha acquistato Tirrenia. La privatizzazione doveva incentivare la concorrenza e l'apertura dei mercati con un abbassamento dei prezzi e un aumento della qualità del servizio. Più o meno l'opposto di quanto accaduto. Tirrenia fa 300 milioni di ricavi, ha 16 navi, serve 14 rotte e trasporta 12 milioni di passeggeri. Ogni anno riceve dalla Regione 72 milioni di euro per coprire le rotte in continuità territoriale. Un accordo che scadrà nel 2020.

Moby è un colosso che sfiora i 300 milioni di fatturato, ha una flotta di oltre 40 navi e 1.100 dipendenti. La fusione delle due compagnie porterà Onorato ad avere il controllo di quasi tutte le rotte via mare tra la Sardegna e la penisola.

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