La Nuova Sardegna

Proposta di legge per renderle obbligatorie

I Riformatori: «Primarie elettroniche»

CAGLIARI. La soluzione dei Riformatori per non far più fuggire i cittadini dalla politica è all’americana: elezioni primarie elettroniche. Da organizzare sempre e comunque per i candidati alla...

26 luglio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. La soluzione dei Riformatori per non far più fuggire i cittadini dalla politica è all’americana: elezioni primarie elettroniche. Da organizzare sempre e comunque per i candidati alla presidenza della Regione e i sindaci nei Comuni sopra i 15mila abitanti. Solo chi vincerà il «girone preliminare» per questa o quella coalizione, potrà poi partecipare alle elezioni vere e proprie. Con una proposta in undici articoli, i Riformatori vogliono rendere le primarie obbligatorie per legge. Ma niente più gazebo: «Voteremo da casa col personale computer e lo spoglio sarà in tempo reale», svela Franco Meloni presidente del Centro studi. Per poi spiegare una procedura semplice: fra certificati elettorali, consegnati in busta chiusa, e password sarà evitato il rischio di brogli e l’inquinamento del voto da un campo su quello avversario. Il cittadino dovrà dichiarare prima per quale alleanza o partito voterà, mentre alla fine il candidato sconfitto alle primarie sarà costretto abbandonare gli altri sogni di gloria e potrà partecipare solo per un posto im lista. Tutto avverrà nella massima trasparenza e nel pieno rispetto di un dogma oggi in disuso: la democrazia partecipata. Nel 2012 – ricorda Roberto Frongia – «con i referendum, gli elettori avevano detto sì alle primarie istituzionalizzate. Però poi il Consiglio regionale ha ignorato la volontà espressa da 500mila sardi». Il preoccupante boom delle astensioni alle ultime amministrative ha convinto i Riformatori a rilanciare la proposta di legge. Per il coordinatore dei referendari, Michele Costa, è questa «una delle poche strade, la chiamerei quella del pieno coinvolgimento, che dobbiamo seguire in fretta e bene per riavvicinare la gente alla politica». Depositata in Consiglio, la proposta prevede anche un contributo di 3 euro: perché? «Serviranno a coprire le spese tecniche del voto elettronico».

Primo piano
Il caso

Crisi idrica, dal Governo neanche un euro alla Sardegna

di Serena Lullia
Le nostre iniziative