La Nuova Sardegna

Il legale: «Nessuna tutela su beni e diritti»

di Pier Giorgio Pinna

L’avvocato Sebastiano Chironi: vuoto normativo, per ora queste situazioni non sono disciplinate

27 agosto 2015
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SASSARI. Dal fine vita alla ripresa di vita: ma che succede dei diritti e dei beni patrimoniali degli ibernati dopo la morte? «C'è un vuoto: la legge italiana non si occupa della questione per il semplice ma chiarissimo motivo che le norme non prevedono l'ipotesi di una vita dopo il decesso – risponde l'avvocato Sebastiano Chironi – Anche in situazioni come queste non si potrà così che applicare la disciplina sulle successioni e quanto disposto nei casi generali».

«Allo stato attuale la regolazione della criogenia non è contemplata neppure in astratto: di più, non esistono spiragli per far pensare che un domani fattispecie simili potranno discostarsi dal complesso di norme riguardanti il trattamento dei cadaveri e la disciplina dei cimiteri», tiene a sottolineare il professionista. Rimarcando ancora come l'ordinamento stabilisca solo il concetto di morte. E rilevando come lo stato di sepoltura legale sia riconosciuto esclusivamente per le inumazioni e le cremazioni.

Insomma, niente tutele. Né per possibili rivendicazioni da parte dei discendenti degli ibernati circa la titolarità d’interessi diretti degli avi né per tutti i e loro averi.

Sbagliato poi, secondo l'avvocato Chironi, richiamare esempi tipo Il fu Mattia Pascal, uno dei capolavori di Luigi Pirandello nel quale il protagonista lascia credere di non essere più in vita, o come le dichiarazioni di morte presunta. «Sono situazioni diverse dove i decessi non sono in realtà mai avvenuti – spiega il legale – Infatti nella seconda ipotesi, se ricompare lo scomparso dato per estinto, magari perché disperso in guerra o per altre ragioni sconosciute, la dichiarazione viene annullata assieme a tutti i suoi effetti giuridici. Nullo l'eventuale nuovo matrimonio contratto dalla vedova, nulla la distribuzione dei beni». In sostanza, manca una morte naturale, e così viene revocata dalla magistratura anche quella fittizia.

Proseguendo nella sua analisi, l'avvocato ricorda come sulla questione vuoti normativi analoghi esistano nelle legislazioni di quasi tutti i Paesi del mondo. E precisa che forse l'unico caso giuridico in qualche modo assimilabile può riguardare l'annegato dato per deceduto, con morte già certificata, che in seguito viene salvato grazie alla respirazione artificiale. «Ma anche in questo caso il decesso si dà come mai avvenuto», è la conclusione di Chironi.

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