L’auto sulla scogliera muore a 36 anni
Franco Uleri viaggiava con un amico che è rimasto illeso
SASSARI. Avevano lasciato gli amici, dopo una birra bevuta in allegria, con l’annuncio di essere diretti a casa. Invece, durante il tragitto una deviazione: l’auto ha preso velocità nello sterrato, si è rovesciata, ha fatto un volo di una ventina di metri ed è finita sulla scogliera con le ruote per aria. Francesco Paolo Uleri, Franco per gli amici e tutti quelli che lo conoscevano, 36 anni compiuti l’8 agosto, sassarese, è morto sul colpo. Il suo corpo galleggiava in mare quando sono arrivati i primi soccorritori. Davide Sini, 30 anni, residente all’Argentiera, sposato e padre di una bambina, è vivo per miracolo. Non ha riportato neppure una frattura, solo ematomi e traumi da valutare. É stato accompagnato all’ospedale di Alghero dal 118, ma in tarda mattinata ha firmato e ha deciso di andare via. Sotto choc per la morte del suo migliore amico, questa la ferita più dolorosa.
La tragedia. L’incidente ieri, intorno alle 2.30, a Porto Palmas, a cento metri dalla spiaggia della «Frana», una delle più frequentate anche dai turisti. Era veloce la Atos Hyundai rossa in uso a Davide Sini, ma - secondo i primi accertamenti della polizia stradale di Sassari - alla guida c’era Franco Uleri. L’ipotesi più probabile è che i due amici siano finiti in quel punto inseguendo una lepre. Una «caccia» conclusa in tragedia. Per il conducente non c’è stato niente da fare: è morto sul colpo, dopo essere stato sbalzato dall’abitacolo. Devastanti le lesioni riportate nell’impatto sulla scogliera. In quel tratto il mare è profondo appena cinquanta centimetri, per il resto è una distesa di scogli che assumono forme diverse, sembrano inseguirsi uno con l’altro.
I testimoni. A dare l’allarme è stata una coppia di camperisti che ha deciso di fermarsi per qualche giorno davanti a quel panorama mozzafiato: agitato e rumoroso di giorno, affascinante e silenzioso con il calare del sole. «Ho sentito il rumore di un motore su di giri – ha raccontato la donna agli uomini della polizia stradale che, guidati dal dirigente Giacinto Mattera stanno eseguendo le indagini – poi come di qualcosa che strisciava sulla strada, infine il botto sugli scogli. Mi sono affacciata, abbiamo puntato le torce, c’era un giovane che galleggiava in acqua».
La disperazione. Davide Sini è riuscito a liberarsi, a fatica si è tirato fuori dall’abitacolo. Sangue tra le mani e nel viso, urlava, chiedeva aiuto. Ha cercato di risalire la scogliera, continuava a gridare e a chiedere una mano per salvare Franco. É scattato l’allarme con le telefonate al 118, ai vigili del fuoco, alla polizia stradale.
Quando sono arrivati i soccorsi, per Franco Uleri purtroppo non c’era più niente da fare. Il suo corpo è stato recuperato utilizzando una barella come «canoa». Il medico del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Scene strazianti, poco dopo, quando sul posto sono arrivati il padre e il fratello della vittima.
Davide Sini, dolorante e in stato di choc, è stato sistemato su una ambulanza e accompagnato all’ospedale di Alghero. Qui è rimasto solo per poche ore: dopo i primi accertamenti che hanno escluso lesioni gravi, ha deciso di andare via. Voleva tornare sul posto, quasi a voler riavvolgere il nastro di un film che avrebbe dovuto avere un finale diverso.
Le indagini. L’auto è stata messa sotto sequestro su disposizione della magistratura. I rilievi per ricostruire la dinamica dell’incidente sono complessi, anche se è evidente che in quello sterrato l’auto procedeva inspiegabilmente veloce, come se stesse inseguendo qualcosa. Da qui l’ipotesi (e per ora rimane tale) della «caccia» a una lepre che stava per essere catturata. Il magistrato di turno ha disposto tutti gli accertamenti che in questi casi diventano di routine, compreso il test alcolemico sul corpo della vittima e del passeggero. Inevitabile che sia positivo, anche perché - come hanno confermato alcuni conoscenti - fino a pochi minuti prima Franco Uleri e Davide Sini stavando bevendo una birra insieme a loro.
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