La Nuova Sardegna

Sì al referendum anti-trivelle, l’isola apre la rivolta nazionale

di Pier Giorgo Pinna
Sì al referendum anti-trivelle, l’isola apre la rivolta nazionale

Col voto alla Regione raggiunti i requisiti per la consultazione, d’accordo maggioranza e opposizioni Unico contrario il renziano Manca. Il premier avrebbe chiesto chiarimenti, ma fioccano le smentite

24 settembre 2015
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SASSARI. Le trivelle? No pasaran. L’ultimo fuoco di sbarramento, ieri mattina, in consiglio regionale: tutti uniti nel dire sì al referendum, forze di maggioranza e opposizioni. Unico contrario il renziano di ferro Gavino Manca. Ma l’alt alla linea del governo e allo Sblocca-Italia - a suo tempo ribattezzato Sfascia-Italia dagli ambientalisti - agita un tantino le acque politiche. In serata si sono incontrati il governatore, Francesco Pigliaru, e il presidente dell’assemblea, Gianfranco Ganau. Pare abbiano parlato d’altro. Ma a detta di qualcuno potrebbero essere tornati sul tema del giorno. E tutto per via di qualche fibrillazione nel Pd. Secondo indiscrezioni rilanciate da agenzie di stampa, lo stesso premier attraverso i suoi fedelissimi avrebbe chiesto delucidazioni. Ma la faccenda è stata smentita dagli staff dei due presidenti. Col voto di ieri l’isola si conferma così leader nella rivolta: con Basilicata, Puglia, Marche e Molise ha portato a 5 il numero dei consigli regionali contrari alle norme consentendo di raggiungere i requisiti previsti dalla Costituzione per indire il referendum.

Già da novembre la giunta Pigliaru era a capo del movimento contro lo Sblocca-Italia sui punti che autorizzano le grandi società alla ricerca d’idrocarburi. E ieri, con l’intera assemblea schierata al suo fianco senza incertezze o tentennamenti, è stato fatto il passo decisivo per rafforzare la protesta. L’obiettivo finale? Far diventare tutta in discesa la strada, alternativa e più semplice rispetto alla raccolta di firme, verso la consultazione popolare contro la ricerca e l'estrazione di idrocarburi nel sottosuolo e in mare con impianti off-shore.

Presto in tutto il Paese si dovrà quindi votare per confermare o abrogare alcune parti dell'articolo 38 dello Sblocca-Italia e di una seconda norma del Decreto Sviluppo che danno il via libera alle trivellazioni. Le due mozioni approvate dall’assemblea sarda, la 178 e la 179,sono nate dalla decisione nella Conferenza dei presidenti dei consigli regionali assunta lo scorso 11 settembre per sottoporre all’attenzione di tutte le assemblee elettive il ricorso al referendum.

Non a caso in queste ore l’unico a esprimere dissenso è rimasto il sassarese Gavino Manca, presidente della commissione Lavoro e renziano della prima ora. Che ha così precisato le ragioni della sua scelta: «Ritengo che il governo nazionale abbia ampiamente dimostrato nei fatti, con l’introduzione dell’articolo 43 bis nello Sblocca-Italia, massimo rispetto per la Sardegna». Per aggiungere ancora: «È paradossale e per certi versi assurdo il fatto che la maggioranza di centrosinistra presti il fianco al cinico calcolo di opposizioni che puntano a rompere il clima di collaborazione e fiducia tra Pigliaru e Renzi». Manca ha confermato infine l’apprezzamento per l’operato della giunta e dell’assessore Spano. La quale, «grazie al confronto nelle sedi istituzionali è riuscita a garantire il rispetto delle prerogative statutarie dell’isola in materia ambientale».

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