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Nuoro, ingressi da record al Man per Vivian Maier: 30mila visitatori

Paolo Curreli
Nuoro, ingressi da record al Man per Vivian Maier: 30mila visitatori

Successo per la tata con la Rolleiflex. Aspettando un genio dell’avanguardia: il 30 si inaugura la mostra di Paul Klee

18 ottobre 2015
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NUORO. Chiude oggi la mostra “Vivian Maier Street Photographer”, inaugurata in anteprima nazionale il 10 luglio, facendo registrare un nuovo record per il museo Man.

«La mostra che in assoluto ha avuto più visitatori di sempre – puntualizza il direttore Lorenzo Giusti – siamo convinti che al conteggio finale di lunedì potremo contare e superare le 30mila presenze». Notevole interesse anche per i fotomontaggi spiazzanti di Thomas Hirschhorn che ha trasformato la “project room” del museo in un ambiente provocatorio, carico di suggestioni e di contrasti visivi. Un grande risultato, la mostra della Maier e la proiezione del documentario “Alla ricerca di Vivian Maier” di Maloof, che il Man ha festeggiato ieri con una degustazione di vini nel Centro Vetrina della Strada del Vino Cannonau, e oggi con ingresso e visite guidate gratuite e, alle 17.30, e con l’ultima delle conversazione pubbliche dedicate alla street photographer americana, dal titolo “Rolleiflex-Leica”.

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Chiusura con un successo e nuova pagina, il 30 ottobre, con un grande nome dell’arte del secolo scorso; Paul Klee. Il Man continua il dialogo tra le avanguardie storiche – la galassia di Arp e Giacometti e l’arcaico – degli anni scorsi, e il movimento artistico contemporaneo con protagonisti viventi di oggi. Prosegue, infatti, l’attività di Remo Salvadori con “Continuo infinito presente, un’importante figura della transavanguardia, che dalla fine degli anni ’90 propone la condivisione dei processi realizzativi delle sue opere.

Il museo rimarca una strategia legata non solo al progetto espositivo ma all’allargamento della partecipazione, anche con il laboratorio di Eugenia Vanni “Il vero colore del cielo” dal 23 al 14 novembre. Il dialogo tra le avanguardie storiche e il contemporaneo è un altro punto di forza del Man.

«Paul Klee, come Arp e Giacometti, sono espressioni di uno stesso spirito – dice Lorenzo Giusti–. Tre tra i più grandi innovatori del Novecento. Era un mio desiderio personale realizzare una mostra su Paul Klee. Sono circa cinquanta opere estremamente significative, i “Mondi animati” a cui facciamo riferimento nel titolo sono il segno del principio animista dell’artista tedesco, nel suo lavoro tutto è vivo mai morto, appare evidente un principio germinativo che permea la natura animata e inanimata». Uno spirito che si coglie, in tutta la ricerca del pittore tedesco.

«La relazione tra micro e macro cosmo, tra umano e animale, tra animato e inanimato viene esplorata dall’artista, tutto germoglia come nelle figure antropoforme o le foglie che al loro interno contengono figure umane e feti – spiega il direttore Giusti– . Paul Klee percepisce in maniera intuitiva le rivoluzioni che avvengono contemporaneamente in campo scientifico, come quelle della fisica e della psicanalisi».

L’innamoramento per il colore diventa una vertigine creativa per Paul Klee nel suo viaggi nel Mediterraneo verso la Tunisia del 1914. «Un’esperienza formativa, un cambiamento decisivo verso sfumature e colori più intensi. Durante quel viaggio il pittore costeggia la Sardegna – racconta Giusti – e annota nel suo diario la mattina del 7 aprile 1914 “I colori dell’acqua e dell’atmosfera sono oggi ancora più intensi di ieri. Sono più ardenti e un po’ più cupi”».

Le isole hanno sempre avuto una attrazione profonda per Paul Klee, un mondo di colori e contrasti intensi mediterranei che è stato alla base delle sue intuizioni scoperto nei suoi viaggi in Corsica e in Africa, o un universo che combatte contro la malattia e la decadenza della Germania nazista, come nell’opera del 1938 “Insula dulcamara”, bollata come arte degenerata dal regime. Il percorso del racconto delle avanguardie proseguirà al Man anche con l’epocale esposizione “La costante resistenziale”, resoconto di quasi 60 anni di arte contemporanea in Sardegna. Chiusa la prima parte dal 1957 al 1983, il museo nuorese proporrà a febbraio gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

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