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Sassari si mobilita per un tesoro ritrovato

Sassari si mobilita per un tesoro ritrovato

Raccolta fondi per il “Martirio di San Gavino” di Mattia Preti

28 ottobre 2015
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SASSARI. Una raccolta di fondi per il restauro del “Martirio di San Gavino”, un autentico capolavoro che può e deve a buon diritto rientrare nel patrimonio identitario di tutta la Sardegna, dipinto nei primi anni quaranta del Seicento da un epigono di Caravaggio, il calabrese Mattia Preti. Noto anche come il Cavalier Calabrese, perché apparteneva alla prestigiosa congregazione dei cavalieri di Malta. Un nome importante della pittura barocca, che si illumina dell’arte del grande pittore lombardo. È questa l'iniziativa di cui si fa promotrice l'associazione Sassari Risorgimento, con il supporto della Curia, e a cui il Comune di Sassari partecipa attivando – esattamente com’è avvenuto ad Assisi per gli affreschi della basilica – un conto corrente su cui i cittadini che vorranno potranno effettuare un bonifico, specificando ovviamente la causale del versamento.

Poiché di donazione si tratta, l’importo sarà scaricabile dalle tasse: un’iniziativa rivolta a tutti i sassaresi “di buona volontà” per ridare completa dignità ad un dipinto-icona del caravaggismo che ha bisogno di cure per tornare in forma, all’antico splendore. Lo aveva detto subito e senza mezzi termini Vittorio Sgarbi presentando la mostra “Caravaggio e i caravaggeschi”, organizzata dall’associazione Sassari Rinascimento, a Palazzo Ducale: per il critico d’arte si tratta infatti di una scoperta straordinaria venuta alla luce nella chiesa delle monache Cappuccine a Sassari; un bene culturale di primissimo valore che necessita di interventi volti alla sua ottimale conservazione; e come lo stesso Sgarbi ha più volte sottolineato durante il convegno del 28 settembre a Palazzo di Città, la conservazione di un’opera d’arte comporta sempre il sostenimento di spese spesso ingenti, e un solido sostegno finanziario.

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Il “Martirio di San Gavino” merita questo sostegno, per un restauro che Keith Sciberras, massimo studioso di Mattia Preti che ha condiviso il palco con Sgarbi al Civico, ha assicurato essere operazione fattibile e non impossibile: il paziente, dunque, non è in condizioni disperate ma ha solo bisogno di urgenti cure. Per il restauro è stato calcolato che sarebbero necessari circa 10mila euro. Al suo nome è legata indissolubilmente la storia culturale dell’isola, dato che una delle opere più importanti in lingua sarda è proprio “La vita e la morte dei martiri Gavino, Proto e Gianuario” di Antonio Cano (1557). Mattia Preti ha dato un volto caravaggesco al martire. Anche la scelta di rappresentare il martirio di San Gavino aggiunge valore all’opera che si distingue per l’interpretazione commovente di un tema assolutamente sardo, legato alla fede dei protomartiri del nord dell’isola. Anche se la storia del dipinto è ancora oscura, sembra chiaro che la commissione dell’opera abbia una genesi tutta sarda, anzi sassarese, e sicuramente la più alta rappresentazione della vicenda di fede e violenza dei protomartiri turritani. Tocca ora ai sassaresi far sì che si illumini ancora di nuova luce.

Nei prossimi giorni, appena terminato l'iter tecnico necessario per l'apertura del conto, sul sito del Comune saranno pubblicate le coordinate per i versamenti.

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