La Nuova Sardegna

No alla fabbrica di gommoni

di Serena Lullia
No alla fabbrica di gommoni

Il Comune di Arzachena boccia il progetto di Sardegna resorts a Porto Cervo

29 ottobre 2015
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ARZACHENA. Il Comune affonda la fabbrica dei gommoni del Qatar, nel cuore di Porto Cervo. Il progetto illustrato alla Regione dalla Sardegna Resorts, società controllata del Qatar, non piace all’amministrazione. Non solo per il metodo. Al tavolo cagliaritano della discussione il Comune non è stato nemmeno invitato. La contestazione è soprattutto sui contenuti della proposta. L’idea del Qatar è realizzare una fabbrica di gommoni a Porto Cervo marina. Ne dovrebbe produrre 30 da 12 metri all'anno. Si ipotizza anche un aumento degli occupati, dagli attuali 20 a 40. «Non si capisce quale sia la scelta strategica che porta a ipotizzare la produzione di gommoni nel cuore di Porto Cervo – commenta il delegato ai Lavori pubblici, Fabrizio Azara –. Una attività produttiva di questo tipo potrebbe ragionevolmente essere portata avanti nella zona artigianale di Arzachena. Coerentemente con gli indirizzi della Regione quanto del Comune, per l’area di Porto Cervo Marina è molto più ragionevole pensare a una ricucitura urbana che faccia da cerniera tra il villaggio e la marina».

La proposta del Qatar non piace nemmeno all’assessore all’Urbanistica, Gianni Baffigo. La contestazione non è sulla nuova attività, giudicata positivamente per l’economia del territorio e per le ricadute occupazionali. Ma sul futuro turistico del cuore del borgo delle stelle. «L'area del cantiere, così come i volumi, possono essere reinterpretati in chiave turistica, come una grande zona dedicata ai servizi al turismo e alla ricettività – afferma Baffigo –. Meglio sarebbe seguire questa strada, che tra l’altro va incontro all’allungamento della stagione, in coerenza con la volontà dell'amministrazione e della Regione. L'idea di un teatro della Costa Smeralda o di una piscina olimpionica che possa essere utilizzata anche d'inverno darebbero un grande impulso in tal senso. I servizi alla nautica andrebbero invece delocalizzati dal cuore di Porto Cervo, verso aree più idonee per produzioni di questo tipo, con spazi adeguati e una logistica migliore».

Il delegato all’Ambiente, Gianmario Orecchioni, ne fa anche una questione di natura ambientale. «Certe attività produttive di cantiere accanto al santuario dei cetacei, di cui Capo Ferro è il vertice sud est, non sono coerenti con quanto tutte le istituzioni superiori ci dicono – afferma Orecchioni –. E comunque non lo sono con il buon senso. Penso che il turismo in costa Smeralda possa avere migliori e più durature opportunità di crescita di una fabbrica nel cuore del borgo»

Anche Orecchioni pensa a una veste turistica per quell’area della Marina. «Mi aspetto per quella zona degradata una riqualificazione in chiave turistico-ricettiva e ambientale – conclude –, con interventi mirati alla realizzazione di strutture utili anche alla destagionalizzazione con attività culturali e sportive.

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