La Nuova Sardegna

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Fondo sociale europeo, l’isola ha speso fino all’ultimo euro

CAGLIARI. C’è una certezza: nei prossimi due mesi la Sardegna spenderà fino all’ultimo euro di quanto è ancora rimasto del Fondo sociale europeo. Bruxelles non potrà chiedere indietro nulla e non...

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CAGLIARI. C’è una certezza: nei prossimi due mesi la Sardegna spenderà fino all’ultimo euro di quanto è ancora rimasto del Fondo sociale europeo. Bruxelles non potrà chiedere indietro nulla e non potrà neanche bocciare l’isola per «scarsa capacità di spesa» soprattutto perché «siamo a buon punto anche nel rendicontare quanto abbiamo finora investito sul lavoro e l’inclusione sociale». È questa la pagella emersa dall’ultimo bilancio sulla vecchia programmazione europea destinata alla competitività regionale attraverso il rilancio della coesione e dell’occupazione. Se questo è il passato e tutti si dicono ottimisti su quanto accadrà quando i giustificativi passeranno al vaglio dell’Unione Europea, è già tempo di pensare alla prossima programmazione, quella del programma operativo 2014-2020. Il dossier Sardegna ha ottenuto il via libera di Bruxelles e si sa che il nuovo Fondo sociale sarà di 444 milioni, ridotto cioè del 40 per cento rispetto a quello precedente che ammontava a 670 milioni. Un taglio inevitabile da quando la Sardegna – secondo l’Europa – è uscita dall’Obiettivo 1, è favore delle regioni meno sviluppate, ed è in transizione verso la ripresa. Con i finanziamenti ridotti, è ancora più forte la necessità di spenderli bene. Come si sa, la Regione ha inserito i fondi nel bilancio corrente e asciugato le aree d’intervento per rendere più efficaci gli stessi investimenti. «Abbiamo messo in piedi – ha detto l’assessore al Lavoro Virginia Mura – una cabina di regia unitaria che si occuperà di tutte le risorse dedicate alla crescita. Vogliamo investire sulle persone attraverso progetti concreti e duraturi. Soprattutto vogliamo aumentare il numero delle imprese e far riprendere l’occupazione». Ma resta un grande problema: i bandi sono troppo spesso complicati, la burocrazia è un macigno anche in Europa. «È vero – ha detto l’assessore – ma siamo decisi a semplificarli per renderli accessibili a tutti»,

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