Costi troppo alti, addio al quinto gruppo?
Eph, nuovo padrone della centrale, potrebbe disattendere l’accordo con la Regione
SASSARI. La decisione di Terna di assegnare solo alla centrale di Assemini un ruolo di essenzialità per la tenuta della rete, proietta molte ombre e poche luci sul futuro della termocentrale di Fiume Santo, da poco acquistata dalla ceca Eph. «Certamente la centrale non chiude i battenti – commenta il segretario territoriale della Filctem-Cgil Massimiliano Muretti – ma la decisione di Terna scombussolerà il mercato. La Sardegna sarà costretta ad acquistare energia dalle centrali d’oltremare e in più dovrà pagare il costo delle energie rinnovabili».
È vero che l’elenco delle centrali indispensabili deve essere aggiornato il 27 novembre, ma per adesso è certo che solo le centrali siciliani troveranno posto nella nuova lista. «Una cosa che non capisco – commenta Franco Peana, responsabile del settore Elettrici della Uiltec-Uil –. So però che con questa scelta di Terna, le società non avranno alcun interesse a investire sia per riammodernare gli impianti, sia per garantire la sicurezza dei lavoratori. Insomma, quello che si prospetta non è un futuro roseo per il settore delle produzioni elettriche».
A questo punto sembra difficile riuscire a convincere Eph a portare avanti l’accordo di programma sottoscritto a suo tempo fra la Regione Sardegna ed Endesa, poi ratificato da E.On e governo nazionale. Il quinto gruppo potrebbe restare solo un progetto su carta.
Senza dimenticare, poi, le difficoltà oggettive per il trasporto dell’energia elettrica. «C’è il rischio di continui disagi – sottolinea Muretti – poichè i cavi non garantiscono qualità e quantità dell’energia elettrica trasportata dai cavidotti. È vero che Enel, da poco, ha effettuato alcuni interventi sul “vecchio” cavo Sacoi, ma questo non è sufficiente a garantire la tenuta della rete».