La Nuova Sardegna

No alle trivelle, a passi veloci verso il referendum

No alle trivelle, a passi veloci verso il referendum

Il governo elimina alcune norme contestate ma non basta Ganau: «Aspetti ancora poco chiari, il Comitato va avanti»

29 dicembre 2015
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SASSARI. Un passo avanti, ma non ancora il balzo decisivo. Per questo le regioni vanno avanti nella strada che porta al referendum abrogativo sulle autorizzazioni alle trivellazioni in mare e sulla terraferma. Dito puntato contro alcuni articoli dei decreti Sblocca Italia (governo Renzi) e Sviluppo (governo Monti) che non mettono al sicuro i diritti delle regioni e la tutela dell’ambiente. L’inserimento di un emendamento all’interno del ddl Stabilità è stato apprezzato dal comitato referendario, che però ora chiede un ulteriore intervento da parte del governo nazionale. Ieri a Roma i delegati delle 10 regioni hanno fatto il punto in vista del verdetto della Corte Costituzionale, chiamata il 13 gennaio a pronunciarsi sull’ammissibilità dei quesiti. A rappresentare la Sardegna, nel comitato, c’è il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau: «Attraverso l’emendamento il governo ha dato risposte chiare ad alcuni quesiti ma non ha sciolto tutti i nodi. In particolare l’emendamento garantisce il divieto di ricerche entro le 12 miglia dalla costa e viene garantita la partecipazione degli enti locali nelle decisioni». Significa che un’autorizzazione alla ricerca potrà essere rilasciata solo dopo il confronto e l’intesa tra il ministero e la regione interessata. «Le modifiche adottate dal governo sono un primo grande risultato dell'azione congiunta dei Consigli regionali ma abbiamo deciso di proseguire nell'azione intrapresa perché riteniamo che ci siano margini per ulteriori miglioramenti della normativa nazionale», dice Ganau. Che aggiunge: «Il governo può intervenire con ulteriori correttivi o assumere un impegno preciso per fare chiarezza su altri aspetti che non sono assolutamente marginali». Per esempio: il piano delle aree, la durata di vita utile del giacimento, il doppio rilascio dei titoli concessori. «Siamo mediamente soddisfatti – spiega Gianfranco Ganau – ma andiamo avanti. Per questo a Roma abbiamo incontrato il consulente incaricato di preparare la relazione che sarà esaminata dalla Corte Costituzionale: nel documento saranno evidenziate, in particolare, i nodi rimasti irrisolti in seguito all’intervento del governo». (si. sa.)

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