La Nuova Sardegna

Lettera alla Casa Bianca: «Caro Obama, l’America si scusi per le bombe del ’43»

di Luciano Onnis
 Il sindaco di Gonnosfanadiga Fausto Orrù e il presidente Usa Barack Obama
Il sindaco di Gonnosfanadiga Fausto Orrù e il presidente Usa Barack Obama

Gonnosfanadiga, il sindaco Orrù scrive al presidente Usa: «Nella Seconda guerra qui morirono 119 persone innocenti»

10 gennaio 2016
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GONNOSFANADIGA. Caro Obama, ti scrivo… Firmato: Fausto Orrù, sindaco di Gonnosfanadiga-Sardegna-Italia.

Cosa abbia portato il primo cittadino del paese del Linas a scrivere al presidente degli Stati Uniti d’America riguarda una storia vecchia, risalente alla seconda guerra mondiale. Di mezzo ci sono 119 persone morte, più centinaia di feriti, tutti cittadini gonnesi, vittime di un bombardamento aereo improvviso da parte dell’aviazione americana. Fu un errore tanto madornale quanto catastrofico. Gli americani cercavano i tedeschi, sganciarono nugoli di bombe sui cittadini inermi (e alleati) di Gonnosfanadiga. Quella strage non è mai stata dimenticata e ogni anno, nella ricorrenza di quel tragico 17 febbraio 1943, Gonnosfanadiga si veste a lutto per ricordare i suoi morti in una guerra che non stavano facendo.

La lettera. Il sindaco Fausto Orrù, eletto lo scorso maggio, ha compiuto un passo istituzionale nei confronti della nazione americana per chiedere che la Casa Bianca riconosca ufficialmente l’errore commesso nel bombardare Gonnosfanadiga. Da qui la lettera al presidente Barack Obama per chiedere le scuse degli Stati Uniti per la strage compiuta dalle sue forze aeree 73 anni fa. E allo stesso tempo, il sindaco di Gonnos chiede ad Obama che si faccia interprete - lui così lontano e (c’è ragione di credere) poco interessato a porgere le scuse per un fatto accaduto quando lui, così come il sindaco Orrù, non era neppure nato – presso il presidente della Repubblica italiana e il capo del governo affinchè concedano la medaglia d’oro al valore civile per la comunità di Gonnosfanadiga.

Le bombe. «Il nostro paese non era un luogo militarmente pericoloso. Quel pomeriggio d’inverno sembrava già primavera. Il sole splendeva e gli abitanti al rumore degli aerei, anziani e soprattutto bambini, uscirono in strada per poterli osservare da vicino – è in sintesi quanto scrive il sindaco al presidente Obama –. Alle 15 in punto si scatenò l’inferno. Gli aerei bombardarono la popolazione inerme e le strade del paese si trasformarono in rivoli di sangue».

Scuse e medaglie. Quindi, a nome dell’intero consiglio comunale, il sindaco Orrù conclude: «Gentile presidente, in qualità di amministratori, siamo a chiederle di voler riconoscere a questa comunità l’errore ufficiale da parte degli Stati Uniti d’America di questo tragico evento e le scuse, e contemporaneamente le chiediamo di perorare la causa attraverso il nostro presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica italiani del riconoscimento della medaglia d’oro al valore civile di questa comunità». «Finora non ho ricevuto alcuna risposta – commenta il sindaco di Gonnosfanadiga -, e dubito che possa arrivare. Immagino che Barack Obama avrà altro a cui pensare. Ma mai dire mai».

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