La Nuova Sardegna

Il Getty Museum restituisce la “Testa di Ade”

L’opera d’arte era stata rubata dal parco archeologico di Morgantina negli anni Settanta

28 gennaio 2016
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LOS ANGELES. La «Testa di Ade», detta anche «Barbablù», torna in Italia. Il John Paul Getty Museum di Malibu ha restituito l’opera dallo straordinario valore artistico alla presenza del console generale d'Italia a Los Angeles, Antonio Verde, e delle autorità giudiziarie e di polizia italiane. « Barbablù» farà rientro in Italia il 29 gennaio, per essere restituito alla sua terra di origine, la Sicilia.

Trafugato attorno al santuario di San Francesco Bisconti a Morgantina (in provincia di Enna) alla fine degli anni Settanta, il reperto venne esportato illecitamente e venduto al Getty Museum nel 1985 dal collezionista di New York Maurice Tempelsman per la cifra di 500 mila dollari.

«Dobbiamo soprattutto all’impegno e alla competenza degli archeologi italiani – ha precisato il console Antonio Verde – se da un ricciolo di ceramica blu ritrovato tra i resti degli scavi di frodo a San Francesco Bisconti si è potuta accertare la provenienza della testa dello stesso caratteristico colore custodita al Getty».

A fargli eco il sostituto procuratore della Repubblica Francesco Rio, autore nel 2014 della rogatoria internazionale che ha posto le basi per la restituzione, il quale ha espresso il suo apprezzamento per l'immediata disponibilità offerta dal museo californiano e per l'accurato lavoro svolto sia dal Museo archeologico di Aidone (Enna) sia dal Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Palermo.

Raro e pregiato, un unicum nel suo genere, sia per il tipo di materiale utilizzato, assai fragile, sia per le consistenti tracce di policromia, rosso mattone nei capelli e blu nella barba - che valsero alla testa il soprannome Barbablù –, il reperto è una testa in terracotta policroma, di epoca ellenistica, raffigurante molto probabilmente il dio greco Ade. Pare che la collocazione originaria della «Testa di Ade» fosse il santuario di Demetra, che sorgeva all’interno del parco archeologico di Morgantina, uno dei più importanti siti archeologici della Sicilia.

Non è la prima volta che magistratura e carabinieri recupera opere rubate e poi acquistate, senza conoscerne l'origine, dal museo di Los Angeles: era accaduto infatti anche con «La venere Morgantina», restituita nel 2011, e in precedenza con «L'atleta di Fano».

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