I dipendenti ancora nel limbo
I 118 dell’ex ente di Olbia Tempio non sanno quale sarà la loro destinazione
OLBIA. Un limbo lungo tre mesi. Il destino dei lavoratori della ex Provincia Olbia-Tempio è come un libro di cui sai già la trama ma non hai ancora letto la fine: si sanno i criteri guida, ma non si sa dove andranno i lavoratori. Sulla scrivania del commissario straordinario, Giovanni Antonio Carta, è arrivata da qualche giorno la direttiva dell'assessore degli Enti locali, Cristiano Erriu: altri tre mesi di tempo per aggiornare la pianta organica in attesa dell'attribuzione delle funzioni. Il che vuol dire mantenere sì posto di lavoro e stipendio, ma essere di fatto dipendenti di un ente che nei fatti non esisterebbe più. La magia della situazione transitoria, dal momento che il nuovo assetto con Unioni dei comuni e Province storiche diverrà effettivo entro 105 giorni dalla approvazione della legge di riordino, dunque a metà maggio.
Dipendenti a quota 118. In Provincia (ex), negli uffici di via Nanni, lunedì era in corso una riunione tra i dirigenti dei vari settori per studiare normative e pianta organica. I dipendenti della defunta provincia di Olbia-Tempio sono attualmente 118. «Oggi le cose non sono ancora chiare, abbiamo delle indicazioni di massima derivanti dalla legge – spiega il commissario Giovanni Antonio Carta – ma non possiamo ancora ipotizzare le destinazioni specifiche, aspettiamo che la giunta regionale indichi i criteri che rendano effettivo il trasferimento delle funzioni». La legge regionale infatti spiega che i dipendenti seguiranno il trasferimento delle loro funzioni presso altri enti. Questa per ora è l'unica certezza.
Nuove funzioni. Il think tank provinciale è riunito per varare quelle che la burocrazia definisce “rilevazioni di carattere conoscitivo”. Partiamo dalle Province storiche. Restano in capo a questi enti le funzioni relative ad ambiente, edilizia scolastica, viabilità e pianificazione. Almeno fino al referendum. A quel punto si tornerebbe punto e a capo. Il trasferimento delle funzioni, in fase transitoria, non determinerebbe comunque l'automatico trasferimento del personale, per quanto riguarda Olbia, per esempio, a Sassari. La costituzione delle zone omogenee potrebbe determinare il mantenimento di uffici in Gallura. Sul punto però non si sa ancora nulla. Quel che resta delle competenze delle Province soppresse va alle Unioni dei Comuni. Anche in questo caso il personale dovrebbe seguire il trasferimento delle rispettive funzioni.
La terza categoria. Tutto risolto? Neanche per sogno. Se il personale dei Csl dovrebbe essere trasferito in capo alla Regione, resta un tertium genus: si tratta di quel personale non riconducibile a quelle funzioni oggetto di distribuzione tra Unioni e Province, per il quale sarà la giunta regionale a dover decidere le future destinazioni. «Prendiamo ad esempio i dipendenti del settore Affari generali – spiega Mario Carta, segretario generale della ex provincia di Olbia-Tempio – potrebbero essere destinati a occupare incarichi in enti nei quali esistono vuoti in organico per quelle specifiche posizioni. La nota dell'assessorato ci dice chiaramente che esistono altri tre mesi per mettere in piedi tutti gli atti».
Mobilità in altre regioni. Un'incertezza che paga lo scotto di una legge di riordino in una Regione a Statuto speciale e che stride con l'accelerata data da altre Regioni all'allineamento domanda offerta per gli esuberi delle ex Province: si va dalle 59 domande presentate nel Lazio a fronte di 158 offerte di posti, alle 247 della Lombardia che trovano addirittura 1307 posti disponibili. Non resta che aspettare: a Olbia si lavora sul futuro, senza sapere bene come gestire il presente.