La pioggia non placa la grande sete: bacini ancora a secco
La situazione degli invasi critica soprattutto al Nord Confermata l’allerta, la stagione irrigua rimane a rischio
SASSARI. L’isola finisce sott’acqua ma resta a secco. Massima allerta per il rischio di esondazione dei fiumi, neve abbondante sui monti e nei paesi sul Gennargentu, dighe aperte per fare defluire l’acqua: non basta, perché la pioggia caduta nelle ultime due settimane è una goccia nel mare dopo mesi e mesi di siccità. Il quadro generale è abbastanza sconfortante e emerge dal monitoraggio mensile sulla situazione degli invasi da parte dell’Autorità di bacino. Resta la situazione di pericolo, rappresentata dall’indice 0,21, uguale a un mese fa: significa che bisogna andare avanti con le restrizioni nell’erogazione. E che, soprattutto nel nord dell’isola, è impossibile assicurare la stagione irrigua.
Il bollettino. La prima buona notizia è che negli invasi ci sono 96 milioni di metri cubi d’acqua in più rispetto al 31 gennaio. Complessivamente, i metri cubi a disposizione sono 1miliardo 103,58 milioni, pari al 61,33 per cento della capacità complessiva, con una crescita di poco più di 5 punti percentuali rispetto a un mese fa. Nonostante questo, la situazione generale non migliora. Perché soprattutto in alcune zone dell’isola il livello degli invasi è sceso oltre il livelli di guardia.
Il Nord a secco. Dall’autunno la situazione più critica è nel nord dell’isola, soprattutto nella vasta area a cavallo tra il Goceano, il Monte Acuto e una parte della Baronia, che attinge l’acqua dall’invaso di Sos Canales a Pattada. Le cose non vanno meglio in Gallura, con il Liscia così a secco come non si vedeva dal 2004: qui la situazione, nonostante le piogge intense, è addirittura peggiorata rispetto a un mese fa. L’indice che attesta lo stato di salute degli invasi è passato da 0,24 a 0,20: significa che, nonostante la percentuale di riempimento sia leggermente cresciuta da gennaio a febbraio (da 35,45 a 38,52%), la disponibilità d’acqua resta assolutamente insufficiente rispetto alla richiesta. Identica situazione nella Nurra, nella vasta area alimentata dal sistema del Cuga-Bidighinzu e, appunto tra la diga di Monte Lerno-Sos Canales: anche qui resta il livello di pericolo (indice 0,16) che significa che si è a un passo dalla vera emergenza.
I rischi. Al momento non sono annunciate nuove restrizioni nell’erogazione dell’acqua. Restano confermate quelle disposte circa un mese fa che riguardano numerosi comuni all’interno delle zone più a secco. Le preoccupazioni maggiori riguardano il comparto agricolo. Nel nord dell’isola la stagione irrigua conti nua a essere altamente a rischio, perché negli invasi non ci sono risorse sufficienti per soddisfare la sete dei campi. Il mese di febbraio si è rivelato meno piovoso delle aspettative. Quest’anno non si è infatti compiuto il “miracolo” del 2015, quando dopo un autunno e u avvio di inverno assolutamente asciutti febbraio aveva portato precipitazioni abbondanti. Per uscire dall’emergenza siccità, dicono gli esperti, dovrebbe piovere per almeno venti giorni di fila.