La Nuova Sardegna

La pioggia non placa la grande sete: bacini ancora a secco

di Silvia Sanna
La pioggia non placa la grande sete: bacini ancora a secco

La situazione degli invasi critica soprattutto al Nord Confermata l’allerta, la stagione irrigua rimane a rischio

02 marzo 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’isola finisce sott’acqua ma resta a secco. Massima allerta per il rischio di esondazione dei fiumi, neve abbondante sui monti e nei paesi sul Gennargentu, dighe aperte per fare defluire l’acqua: non basta, perché la pioggia caduta nelle ultime due settimane è una goccia nel mare dopo mesi e mesi di siccità. Il quadro generale è abbastanza sconfortante e emerge dal monitoraggio mensile sulla situazione degli invasi da parte dell’Autorità di bacino. Resta la situazione di pericolo, rappresentata dall’indice 0,21, uguale a un mese fa: significa che bisogna andare avanti con le restrizioni nell’erogazione. E che, soprattutto nel nord dell’isola, è impossibile assicurare la stagione irrigua.

Il bollettino. La prima buona notizia è che negli invasi ci sono 96 milioni di metri cubi d’acqua in più rispetto al 31 gennaio. Complessivamente, i metri cubi a disposizione sono 1miliardo 103,58 milioni, pari al 61,33 per cento della capacità complessiva, con una crescita di poco più di 5 punti percentuali rispetto a un mese fa. Nonostante questo, la situazione generale non migliora. Perché soprattutto in alcune zone dell’isola il livello degli invasi è sceso oltre il livelli di guardia.

Il Nord a secco. Dall’autunno la situazione più critica è nel nord dell’isola, soprattutto nella vasta area a cavallo tra il Goceano, il Monte Acuto e una parte della Baronia, che attinge l’acqua dall’invaso di Sos Canales a Pattada. Le cose non vanno meglio in Gallura, con il Liscia così a secco come non si vedeva dal 2004: qui la situazione, nonostante le piogge intense, è addirittura peggiorata rispetto a un mese fa. L’indice che attesta lo stato di salute degli invasi è passato da 0,24 a 0,20: significa che, nonostante la percentuale di riempimento sia leggermente cresciuta da gennaio a febbraio (da 35,45 a 38,52%), la disponibilità d’acqua resta assolutamente insufficiente rispetto alla richiesta. Identica situazione nella Nurra, nella vasta area alimentata dal sistema del Cuga-Bidighinzu e, appunto tra la diga di Monte Lerno-Sos Canales: anche qui resta il livello di pericolo (indice 0,16) che significa che si è a un passo dalla vera emergenza.

I rischi. Al momento non sono annunciate nuove restrizioni nell’erogazione dell’acqua. Restano confermate quelle disposte circa un mese fa che riguardano numerosi comuni all’interno delle zone più a secco. Le preoccupazioni maggiori riguardano il comparto agricolo. Nel nord dell’isola la stagione irrigua conti nua a essere altamente a rischio, perché negli invasi non ci sono risorse sufficienti per soddisfare la sete dei campi. Il mese di febbraio si è rivelato meno piovoso delle aspettative. Quest’anno non si è infatti compiuto il “miracolo” del 2015, quando dopo un autunno e u avvio di inverno assolutamente asciutti febbraio aveva portato precipitazioni abbondanti. Per uscire dall’emergenza siccità, dicono gli esperti, dovrebbe piovere per almeno venti giorni di fila.

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative