La Nuova Sardegna

Edilizia, in Sardegna segnali di ripresa dopo l’anno nero

Edilizia, in Sardegna segnali di ripresa dopo l’anno nero

L’Ance regionale presenta il rapporto annuale: la politica mostri più attenzione verso il settore

07 aprile 2016
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CAGLIARI. Il 2015 è stato un anno pessimo per edilizia e poche imprese sono riuscite a sopravvivere alla crisi. «Purtroppo è andata peggio del previsto, con un’altra forte riduzione, intorno al 16 per cento, degli occupati», è stato il commento amaro di Pierpaolo Tilocca, presidente dell’Ance regionale nel presentare il consueto rapporto sullo stato del «mondo delle costruzioni».

Ma non c’è rassegnazione, nonostante dal momento «in cui siamo entrati nel tunnel, era il 2008, il peso economico dell’edilizia si sia quasi dimezzato», ha aggiunto. Una piccola speranza esiste, ha sottolineato il vicepresidente Simona Pellegrini: «Questo dovrebbe essere l’anno della ripresa. Il prodotto interno loro della Sardegna è annunciato in leggera risalita e da sempre l’edilizia è uno dei primi settori in cui i segnali positivi producono effetti nell’occupazione».

Dopo otto di profonda crisi, c’è un bagliore di luce, ma per «un vero salto di qualità non possono bastare solo gli investimenti pubblici, che tral l’altro sono anche aumentati, ma servono buone idee con ricadute sul sociale». In sostanza, serve un’iniezione di fiducia, per permettere alle famiglie di ritornare a sperare nel «sogno di comprarsi una casa», oppure «far sì che il sistema creditizio riprenda ad erogare i mutui». Nel frattempo c’è molto da correggere, hanno sottolineato i vertici dell’Ance. «Chiediamo più attenzione della politica verso un settore che, in termini d’investimenti, vale l’11 per cento del Pil regionale». Invece così non è stato.

«C’è stato troppo spesso disinteresse e non siamo messi nelle condizioni di continuare a quello che siamo: un settore trainante dell’economia». Secondo una tabella del rapporto, «il mancato rinnovo del piano casa, sostituito dalla legge sull’edilizia, ha provocato un taglio netto di 7mila posti. Non riusciamo a capire perché la Giunta non riconosca di aver commesso un errore nell’interrompere quel processo virtuoso». Denuncia ripresa, in Consiglio regionale, da Forza Italia: «Sono ancora misteriosi gli effetti della leggina del centrosinistra e la levata di scudi dell’Ance non può cadere nel vuoto». Per i vertici dei costruttori, la politica dovrebbe ancora far molto per agevolare «l’aggregazione fra le imprese e permettere loro di partecipare agli appalti pubblici». Poi servono anche «maggiore impegno nella velocità dei pagamenti, nella semplificazione e nell’accesso delle aziende al credito».

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