La Nuova Sardegna

Traghetti, riesplode la guerra dei mari: un mercato da 500 milioni

di Luca Rojch
Traghetti, riesplode la guerra dei mari: un mercato da 500 milioni

Tra Onorato e Grimaldi è battaglia per il controllo dei traffici sulle rotte con la penisola. Dalla sfida a distanza arrivano i benefici per i sardi, con i costi dei biglietti che iniziano a calare

20 aprile 2016
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SASSARI. Poche righe esplosive come siluri «più minacce riceveremo e più linee con la Sardegna saranno inaugurate». La frase di Manuel Grimaldi, presidente di Grimaldi lines, è di un paio di mesi fa. Sembrava qualcosa di simile a una prova muscolare del gigante dei mari contro l’arrembante armatore Vincenzo Onorato. Il signore di Moby e Tirrenia in questi anni ha trasformato il tratto di mare tra la Sardegna e la penisola in un’autostrada solcata quasi solo dalle sue navi. Fino ad arrivare al monopolio. Tanto che l’Authority ha obbligato Onorato a cedere il 10 per cento dei biglietti sulla Civitavecchia-Olbia a un altra compagnia. Una decisione presa prima che Grimaldi entrasse con prepotenza nel mercato sardo. Ora si affaccia la concorrenza della Grimaldi che sceglie di rafforzare la sua presenza nell’isola con la Civitavecchia-Olbia, dopo un paio di mesi che era stata lanciata la Livorno-Olbia. In pratica le due rotte più preziose della corazzata Onorato. Quelle su cui il gruppo Moby-Tirrenia fa una grossa fetta del fatturato.

Dal cartello al coltello. Con queste due rotte Grimaldi di fatto ha aperto la guerra dei mari. Una guerra fatta anche con le tariffe. La competizione tra le compagnie ha portato per la prima volta a un’inversione di tendenza. Il costo dei biglietti è calato. Molti mettono in evidenza come il crollo del prezzo del petrolio abbia influito sui bilanci. Ma l’effetto maggiore sui ribassi sembra essere la scelta di Grimaldi di puntare la prua sulle rotte sarde. E la compagnia lo ha fatto con una politica aggressiva. Ha scelto di andare all’attacco di Mobyrrenia proprio sui porti di casa: Olbia, Livorno, Civitavecchia.

La speranza è che al di là delle parole di fuoco la battaglia si giochi al ribasso. E ad averne vantaggio siano i sardi. Per ora le due compagnie si affrontano con tariffe low cost e traghetti più moderni. Entrambi si preparano al boom dell’estate 2016, ipotizzato dagli esperti del settore turistico.

La ruggine. Forse a spingere i motori di Grimaldi sono anche i rapporti pessimi tra i due armatori. Onorato è uscito dalla confindustria del mare, Confitarma, in aperta polemica con Grimaldi. E ha puntato il dito contro il rivale commerciale. Lui ha risposto con una frase sibillina «più minacce riceveremo e più linee con la Sardegna saranno inaugurate».

Non solo onore. Ma a muovere Grimaldi è anche un mercato, quello sardo, che vale 500 milioni di euro. E Grimaldi punta a fare suo il 50 per cento del traffico e dei ricavi. Anche perché le prenotazioni sono cresciute del 30 per cento e questa sembra essere un’estate boom, favorita anche dal caos di molte altre mete.

Le dimensioni. Grimaldi ha la possibilità di investire grandi risorse nell’isola. La società ha un giro di affari di quasi 3 miliardi di euro, 10mila dipendenti e oltre 100 navi che solcano i mari di Finlandia, Grecia e Spagna e Italia. Il gruppo Onorato fattura 300 milioni ha 40 navi e mille dipendenti. I numeri sembrano essere tutti a vantaggio di Grimaldi, ma Moby e Tirrenia hanno il loro core business in Italia, anche se Onorato ha anticipato che studia se entrare anche nei mari di Cuba.

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