La Nuova Sardegna

Marisa, simbolo della Liberazione

di Tamara Peddis
Marisa, simbolo della Liberazione

Il consiglio regionale ha celebrato il 25 Aprile a Carbonia: la storia della partigiana

24 aprile 2016
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CARBONIA. «A voi spetta il compito di custodire, difendere ed estendere i valori che la lotta di liberazione ci ha consegnato»: così il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ha salutato i duecento studenti delle scuole superiori di Carbonia al teatro centrale dove si sono svolte le celebrazioni per il 71° anniversario della festa di Liberazione e il 70° anniversario del voto alle donne. Quest'anno la presidenza dell'assemblea sarda ha scelto la città di Carbonia per festeggiare due ricorrenze che hanno segnato la conquista della libertà in Italia. Un Comune che ha subito più di ogni altro la crisi economica e sociale e che lotta per il lavoro nelle spinose vertenze industriali del Sulcis. La cerimonia ha avuto come protagonista Marisa Ombra, nata nel 1925, staffetta nelle Brigate partigiane garibaldine, e oggi vice presidente dell'Anpi (Associazione partigiani d'Italia), simbolo di lotta per la libertà ed emancipazione femminile.

Davanti agli studenti, Marisa Ombra ha raccontato i momenti più significativi della sua vita, quando a 18 anni si rese conto insieme alle sue coetanee che anche le donne dovevano lasciare il corredo per dare il loro contributo nella guerra per la libertà, «perché era necessario». Una guerra fatta di decine di chilometri a piedi, di rivoltelle nascoste nel reggiseno, delle castagne, unico cibo che si poteva trovare nei boschi e del coraggio che come donne non avevano mai pensato di avere. Trentacinquemila in guerra, 2500 morirono fucilate. «Per me il fascismo erano le tre parole che vedevo scritte sui muri delle cascine: credere, obbedire combattere» ha spiegato ai ragazzi dal palco del teatro centrale Marisa Ombra, precisando che «la libertà conquistata è responsabilità di scelte e di decisioni e le scelte giuste possono essere fatte solo con la conoscenza». Storie di coraggio e di lotta così come quella raccontata da Modesto Melis, ex deportato nel campo di concentramento di Mauthausen durante la seconda guerra mondiale. E davanti a queste due testimonianze significative della storia della libertà, da parte degli studenti sono scattati gli applausi. Il confronto tra ieri e oggi del percorso culturale di emancipazione e libertà è stato il tema del discorso del presidente Gianfranco Ganau che si è soffermato sull'attuale condizione delle donne in Italia ancora difficile e con delle significative lacune: retribuzioni inferiori a quelle degli uomini, irrisorio il numero nelle istituzioni, 100 i casi di femminicidio dall'inizio dell'anno nel paese. «La pace e la liberazione di cui avete goduto sino ad oggi – ha concluso Ganau rivolto ai ragazzi – proprio grazie alla Resistenza, non sono eterne, ma vanno difese e conquistate ogni giorno». Il presidente del Consiglio regionale è stato accolto dal sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti che ha invitato i ragazzi a studiare la Costituzione e non smettere di ringraziare chi ha combattutto per la libertà.

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