La Nuova Sardegna

Sorso, corteo di 4mila persone per l’ultimo saluto a Giorgio

di Salvatore Santoni
Sorso, corteo di 4mila persone per l’ultimo saluto a Giorgio

La comunità si è fermata per stringersi alla famiglia del giovane, vittima di un incidente in moto Le parole della fidanzatina Carla davanti alla bara bianca: «Ti amerò per sempre amore mio»

24 aprile 2016
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SORSO. Ci sono giorni cupi in cui una comunità si stringe cercando di venire fuori dagli incubi. Come quando capitano le tragedie, quando un ragazzo viene strappato alla vita troppo presto e non resta altro che incassare il colpo. Ieri a Sorso era uno di quei giorni. In migliaia, almeno quattromila persone, hanno abbracciato la famiglia di Giorgio Cattari, il sedicenne gentile e sorridente che mercoledì sera è rimasto a terra in quella semicurva di via Sardegna, una gruviera d'asfalto che guarda verso Sennori, dopo essere finito contro due auto in sosta mentre era in sella alla sua moto.

L’addio. L'entrata e l'uscita in chiesa del feretro sono state salutate dagli applausi e dal picchetto di polizia e carabinieri. I bambini del Sorso calcio hanno portato delle rose bianche; altri hanno lasciato volare in cielo palloncini bianco celesti marcati a pennarello con messaggi strappalacrime. L'ultima manciata aveva un cuoricino ancorato sotto. I compagni di classe dello scientifico Marconi di Sassari, i professori, gli amici di sempre, i compagni di squadra del Sorso Calcio, carabinieri e poliziotti colleghi di papà Nardo, l'amministrazione comunale: a salutare Giorgio per l'ultima volta c'erano tutti. Non sono bastate le tre navate della chiesa di San Pantaleo per accogliere la folla incredula di fronte a una tragedia che ha lasciato senza parole la cittadina della Romangia. E non è bastata neppure la piazza esterna alla chiesa per ospitare gli amici, i conoscenti, i compagni di Giorgio: una distesa di teste, di occhi coperti dalle lenti scure per nascondere le lacrime. Sulla bara bianca, i compagni di squadra hanno appoggiato la sua maglia. La stessa che andava a veniva senza sosta sulla fascia destra, la numero 2. Come le ruote della sua fiammante Aprilia 125 che mercoledì sera l'ha tradito, sbalzandolo dalla sella contro due auto in sosta.

Il ricordo. Chi ha conosciuto Giorgio lo descrive come uno «in gamba». Mai un problema, mai uno sgarbo, un viso pulito che specchiava la sua anima. Studioso, appassionato di calcio e musica. Era sereno, mai inopportuno o fuori luogo. L'orgoglio della famiglia, della sua classe e della società sportiva in cui giocava a calcio. Per questo quando è circolata la notizia dell’incidente in tanti hanno sollevato dubbi: «Dev'essere successo qualcosa, Giorgio è un tipo prudente». Poi qualcuno ha notato le buche sull'asfalto e i giorni successivi sui social network è scoppiata una polemica contro lo stato delle strade cittadine disseminate di insidie.

L’omelia. Don Giacomo e don Luca durante l'omelia hanno provato a dare una parola di conforto. Lo hanno fatto con il linguaggio della fede. Si sono rivolti direttamente alla famiglia di Giorgio, papà Nardo, mamma Giovanna e alla sorella Antonella. «Quella bara bianca ha un significato: Giorgio è entrato nella resurrezione», dice don Giacomo citando la lettera di San Paolo ai romani. E ancora: «Giorgio è nella stanza accanto. La morte è come un guscio che si apre», dice don Luca mentre mamma Giovanna ascolta stringendo tra le mani un crocefisso. E infine l'appello a familiari, compagni e amici del piccolo calciatore: «Non permettete che il ricordo di Giorgio viva nel dolore. Sappiate che non siete soli». A salutare il sedicenne di Sorso nella chiesa di San Pantaleo c'era anche Carla, la giovanissima fidanzata. Nei giorni scorsi aveva affidato a Facebook un post che ha fatto il giro del web: «Stavamo crescendo insieme e ora tutto è svanito, cercherò di essere forte come hai insegnato tu, per sempre», la scritto la ragazzina. L'ultimo messaggio struggente davanti alla bara bianca l'ha lasciato proprio lei. Si è fatta forza, l'ha fatto col cuore che le singhiozzava in gola: «Ti amerò per sempre amore mio». Poi un ultimo bacio a quel ragazzo con cui condivideva i suoi sogni.

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