Abbanoa, il giudice: i depositi sono legittimi
Il tribunale di Nuoro boccia il ricorso di Adiconsum contro la società idrica Secondo l’ordinanza i cittadini dovranno versare una cauzione di 52 euro
SASSARI. I giudici danno ragione ad Abbanoa. Per il tribunale civile di Nuoro i depositi cauzionali sono legittimi. E, dunque, la società di gestione del sistema idrico ha tutto il diritto di chiedere l’anticipo di 52 euro ai 37mila sardi che ancora non lo hanno pagato. Per la seconda volta il tribunale di Nuoro ha bocciato il reclamo presentato da Adiconsum che puntava a bloccare i pagamenti delle cauzioni. I giudici hanno ribadito quanto già stabilito nel 2015 quando venne respinto il primo ricorso della associazione dei consumatori: il deposito cauzionale, si legge nell’ordinanza, «si presenta anche come strumento di favore per l’utente».
La battaglia. La guerra di Adiconsum versus Abbanoa era iniziata nel 2014, quando la società dell’acqua decise di sanare una incongruenza che risaliva alle gestioni precedenti. In Sardegna, infatti, fino a quel momento due terzi degli utenti avevano pagato un anticipo dei consumi, mentre il restante terzo non aveva lasciato alcun deposito. Di qui, Abbanoa aveva deciso di battere cassa e chiedere un anticipo di 52 euro ai clienti che non lo avevano pagato. Una cifra pari a un quarto dei 208 euro di spesa media annua di una famiglia per il servizio idrico integrato.
I consumatori. Una richiesta che le associazioni di consumatori hanno subito ritenuto illegittima. «Ora, per la seconda volta in termini giuridici – si legge nella nota di Abbanoa – è stato ribadito un principio fondamentale di giustizia secondo cui tutti devono pagare allo stesso modo. Importante anche la parte che riguarda i condomini: è stato infatti riaffermato l’obbligo per gli amministratori di condominio di segnalare alla nostra società i casi di morosità tra gli inquilini».
L’ordinanza. Le contestazioni mosse da Adiconsum sono state giudicate prive di fondamento. Per i giudici Abbanoa, assistita dagli avvocati Tommaso Paparo e Fabrizio Pietro Santi, ha dimostrato di aver rispettato in pieno le disposizioni dell’Autorità per i servizi idrici che avevano regolamentato le richieste dei depositi cauzionali a livello nazionale. «La previsione di un deposito cauzionale – riportano i giudici nell’ordinanza che ha bocciato il reclamo – non pare avere solo finalità di tutelare le ragioni del credito del gestore, ma si presenta anche come strumento di favore per l’utente».
Condomini. La cauzione, infatti, è una garanzia per gli stessi clienti come nel caso dei condomini dove alcuni pagano regolarmente e altri no. «Un deposito cauzionale preventivamente versato da tutti i condomini – spiegano i giudici, – diviene strumento di garanzia anche per i condomini virtuosi, i quali, prima di essere escussi, potranno fare affidamento su un deposito cauzionale costituito da denaro versato anche dai condomini morosi».
Morosi. Come già nella sentenza di primo grado, anche l’ordinanza che ha respinto il reclamo di Adiconsum riafferma l’obbligo per gli amministratori di condominio di segnalare ad Abbanoa i casi di morosità tra gli inquilini. Chi è depositario della fiducia dei condomini è infatti vincolato a tenere la contabilità in ordine e certificare gli avvenuti pagamenti al gestore. È stato quindi riaffermato il principio della diligenza del buon padre di famiglia, che durante l'attività di gestione dovrà essere osservato in merito alla comunicazione degli atti di natura contabile al gestore.
Cessazioni. I depositi sono già previsti da diversi gestori non solo di servizi idrici, ma anche nei campi della telefonia, energia elettrica, gas. Per quanto riguarda il servizio idrico in Sardegna, ogni anno, vengono presentate circa 26mila chiusure contrattuali per volture o cessazioni: tra queste, si registrano mediamente insoluti per quasi 9 milioni di euro. «I depositi funzionano come la caparra nei contratti d’affitto – si legge nella nota di Abbanoa –. In caso di cessazione del contratto, l’importo viene restituito maggiorato degli interessi legali».