La Nuova Sardegna

«Io razzista? Sto sempre con gli ultimi»

«Io razzista? Sto sempre con gli ultimi»

Poca gente al comizio elettorale, l’ex primo cittadino parla di attacchi politici a orologeria

19 maggio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





BONORVA. Alle 19,30 la piazza langue. Davanti ad Antonello Zanza che sta per iniziare il suo primo comizio elettorale ci saranno un centinaio di persone. Di questi una trentina sono la sua claque e si trovano in prima fila. C’è Gianfranco Scalas di Fortza Paris, che definisce Zanza «una persona per bene, con valori veri». Gli altri invece sono timidi sostenitori ma soprattutto una schiera di cittadini, con le orecchie tese, seduti nelle panchine o appoggiati al muro. Sono curiosi di sentire cosa dirà il candidato sindaco su fascismo, saluto romano e forni crematori. «Conoscendolo vedrete che sarà il primo discorso che farà». Invece parte con la presentazione della lista Paris per Bonorva, e solo dopo si leva qualche sassolino: «Sono vittima di un attacco strumentale, ad orologeria, fatto per una vendetta politica. Lo scopo è screditare a tutti i costi l’avversario e per gettarlo nel ridicolo. Ma viene molto male, perché per me parlano la mia storia, il mio impegno quotidiano, la mia professionalità e le azioni concrete di solidarietà umana e assistenza verso il prossimo. Pochi sanno dei due miei figli bielorussi, che ho adottato e salvato dalla dittatura, e che i miei figli considerano come fratelli. Solidali vuol dire anche lavorare con gli ultimi, quando salvi la vita agli extracomunitari e ai migranti. E sull’accusa di apologia del fascismo io ci rido sopra e dico: se uno vuol bene alla propria patria, alla famiglia, se uno ha il senso dello Stato, è cristiano e ha i principi di sussidiarietà, beh se questo vuol dire essere fascista allora chiamatemi pure fascista. Qui invece si spara sulle persone da dietro un muretto a secco. Nessuno che guardi negli occhi Antonello Zanza e abbia il coraggio di dirgli le cose in faccia. Tutti abbassano lo sguardo. Compreso chi mi ha fatto questo attacco vigliacco e volgare».

E a fianco di Zanza si schiera la dua famiglia e i suoi figli Angela e Riccardo. «Mio padre – scrive quest’ultimo – ha subito per anni, sempre per colpa di quel maledetto tarlo che rappresenta la passione per la politica e per il bene comune, in particolare per il nostro paese, vili e miserabili attacchi personali che andavano ben oltre quello che potevano essere dei toni accesi e dei temi politici. Della mia famiglia, di mio padre, di mia madre, di chiunque, non ho mai provato vergogna, anzi, ne faccio vanto ovunque e con chiunque. E chi ci conosce davvero ne apprezza i valori e le qualità, il bene e l'affetto enorme provato nei loro confronti». Mentre il sostegno della figlia Angela suona così: «Ci hai sempre insegnato a vivere a testa alta, ostinati contro chi vuole renderci schiavi. Hai sempre vissuto da eterno filosofo e inguaribile giocherellone. Dietro le tue ideologie si nascondono grandi opere, e si sa che senza queste l’uomo è solo chiacchiere. Le cose che hai fatto parlano più di qualsiasi foto col saluto romano». (lu. so.)

In Primo Piano
Malasanità

Nel buco nero della sanità sarda, inghiottiti migliaia di dottori

Le nostre iniziative