La Nuova Sardegna

Omicidi Monni e Masala arrestati due giovani

di Nadia Cossu
Omicidi Monni e Masala arrestati due giovani

Sono Paolo Pinna di Nule e Alberto Cubeddu di Ozieri, hanno 18 e 21 anni

26 maggio 2016
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INVIATA A NULE. Mentre nell’intimità della villetta gialla di via Sardegna familiari e amici dei Masala piangono Carmela – durante la veglia funebre che precede l’addio – tutto intorno, in un paese dove ancora non è sorto il sole, c’è un viavai di elicotteri, di fuoristrada, di carabinieri in divisa e in borghese.

È in corso il blitz che alle prime luci dell’alba di ieri ha portato all’arresto di tre persone, tra Nule e Ozieri. Due, in particolare, sono ritenute responsabili degli omicidi di Gianluca Monni e di Stefano Masala. E sono i sospettati della prima ora: Paolo Enrico Pinna, 18 anni, di Nule, e suo cugino Alberto Cubeddu, 21 anni, di Ozieri. Sarebbero stati loro, secondo gli inquirenti, a uccidere il 7 maggio del 2015 Stefano Masala (30 anni) e il giorno successivo Gianluca Monni (19 anni), freddato con tre fucilate a pallettoni a Orune mentre aspettava il pullman per andare a scuola. Lo avrebbero fatto con una freddezza e una convinzione maturate nel corso dei mesi. Una vendetta nata per motivi banali, stando alle indagini. Avrebbero cioè risposto con due delitti a un presunto sgarro subìto a Orune in una sala da ballo, una sera di dicembre del 2014. Tanto sarebbe bastato per decidere di ammazzare uno studente prossimo al diploma e un giovane buono e disponibile che ha forse avuto come unica colpa quella di essersi ribellato a comportamenti che non appartenevano al suo modo di essere.

La festa di Cortes Apertas. È dicembre di due anni fa. A Orune si festeggia Cortes Apertas, tanti giovani si ritrovano in una sala da ballo. A un certo punto Pinna comincia a fissare con insistenza Eleonora, la bella fidanzata di Gianluca Monni. Poi gli sguardi non gli bastano più, la importuna. La reazione è scontata, scoppia la rissa. Pinna, che all’epoca aveva 17 anni, tira fuori una pistola, la esibisce quasi in segno di sfida. Ma un gruppo di orunesi gliela porta via. Il resto arriva dopo: il 17enne e gli amici che insieme a lui avevano raggiunto Orune vengono accerchiati e picchiati. Una lezione per quelle avances non gradite.

Il ruolo di Stefano Masala. C’è anche Stefano a Cortes Apertas, probabilmente è stato proprio lui ad accompagnare la comitiva nulese in Barbagia. Di sicuro, però, non ha partecipato alla rissa. Ha solo riportato a casa gli amici, malconci dopo le botte prese.

La scomparsa del 30enne. Passano i mesi, i contatti tra Pinna e Masala si interrompono. Ma il 7 maggio del 2015 succede qualcosa: Stefano viene attirato in una trappola. Forse era persino convinto di andare a un appuntamento con una ragazza. Aveva preso la macchina di suo padre Marco, una Opel Corsa grigia, e dopo aver fatto una breve tappa in uno dei bar del paese, era andato via di corsa, ma col sorriso sulle labbra. «Ho un appuntamento, vado di fretta», aveva detto all’amico barista Giampiero. Un’ora più tardi, alle 21, il suo cellulare già non rispondeva più. All’appuntamento in realtà non si sarebbe presentata una donna. La sua Opel Corsa serviva per raggiungere il giorno successivo Orune. Ma, dettaglio più inquietante, a Pinna e Cubeddu serviva Stefano. Nei loro piani, secondo gli inquirenti, le colpe del delitto Monni dovevano ricadere proprio su di lui. Sul ragazzone sorridente che accompagnava gli amici alle feste e comprava loro le sigarette.

L’omicidio di Stefano. Il 30enne di Nule è stato usato per raggiungere uno scopo preciso. E quando chi gli ha teso la trappola si è reso conto che quell’amicone, buono e con un altissimo senso della giustizia, era diventato scomodo, ha deciso di liberarsene.

L’occultamento di cadavere. Il corpo di Stefano ancora oggi non è stato trovato. Lo hanno cercato ovunque anche con il supporto dei cani molecolari. Ieri durante la conferenza stampa il comandante provinciale dei carabinieri di Sassari, Giovanni Adamo, ha garantito che le ricerche riprenderanno nei prossimi giorni.

Il danneggiamento. È un’altra ipotesi di reato contestata. La macchina con la quale gli assassini di Gianluca Monni hanno raggiunto il paese della Barbagia è l’Opel Corsa di Marco Masala. Spesso capitava che la usasse il figlio Stefano. Il giorno dopo l’omicidio è stata ritrovata bruciata nelle campagne di Pattada.

Le indagini e gli arresti. Tanti elementi, a partire da maggio del 2015, sono stati assemblati in primis dai carabinieri del comando provinciale di Nuoro (reparto investigativo) che hanno fatto un lavoro davvero scrupoloso. In collaborazione con i colleghi del comando di Sassari e coordinati passo dopo passo dalle Procure di Nuoro e dei minori di Sassari. Tasselli che hanno permesso di ricostruire il mosaico e di arrivare alle ordinanze firmate dai gip Mauro Pusceddu e Stefania Palmas. Ora si attendono gli interrogatori di garanzia degli arrestati difesi da Agostinangelo Marras (Pinna) e Mattia Doneddu (Cubeddu).

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