La Nuova Sardegna

i dati del ministero

Gasolio, l’isola raddoppia i consumi

A Sassari 44mila tonnellate contro le 99mila dell’intera regione

31 maggio 2016
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SASSARI. L’isola è pronta a convertirsi al metano, entro due anni il gas naturale liquido potrebbe essere distribuito anche in Sardegna. Questo perlomeno prevede il Piano energetico varato dalla Regione, ma intanto nell’isola continua a crescere il consumo di gasolio. In un anno le quantità sono quasi raddoppiate, con un boom soprattutto nella provincia di Sassari, che va a coprire quasi la metà del consumo dell’intera Sardegna. Oltre 44mila tonnellate di gasolio a uso domestico nel 2015 contro i 27mila di un anno prima. Il dato generale parla di un consumo in Sardegna di 99mila tonnellate, mentre nel 2014 erano 57mila. Sassari, dunque, ha un consumo pari al 45 per cento dell’intera regione. Un incremento che si registra, più o meno, in tutte quelle zone del paese non raggiunte dalla rete del metano e con la presenza di caldaie obsolete. Dopo Sassari la provincia con i consumi più alti è Cagliari (24mila tonnellate). Più distanziate Nuoro (13mila), Oristano (10mila) e Olbia (5mila).

Tra le regioni la Sardegna registra i consumi più alti, in termini non solo relativi, ma anche assoluti. In base ai nuovi dati l’isola nel 2015 ha consumato 99mila tonnellate di gasolio, tre volte tanto la Sicilia (appena 27mila) e quasi la metà della Puglia (57mila) e della Toscana (54mila). Numeri più alti di quelli del Piemonte (69mila) e simili a quelli dell’Emilia Romagna (104mila tonnellate, ma quasi 5 milioni di abitanti). I dati sono stati elaborati dal ministero dello Sviluppo economico e forniti dalla Liquigas, la azienda leader nella distribuzione del Gpl per uso domestico e industriale e Gnl, una nuova soluzione energetica efficiente e conveniente dedicata alle aziende. Per queste zone ad alto consumo di gasolio, qual è appunto la Sardegna, e in particolare il Sassarese, la Liquigas ritiene il Gpl una delle migliori alternative al gasolio presenti sul mercato, perché non presenta rischi di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle falde acquifere e, rispetto al gasolio emette circa il 20 per cento in meno di anidride carbonica, il 40 in meno di ossido di azoto e addirittura il 90 di ossido di zolfo. Non solo, come indicato da uno studio Enea, il riscaldamento domestico è responsabile di una parte importante dell’inquinamento da polveri sottili. Anche in questo caso, il Gpl, sostiene la Liquigas, rappresenta un’alternativa estremamente valida perché le emissioni di PM10 e di PM2,5 sono vicine allo zero, a differenza del gasolio e di altri combustibili.

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