Meridiana, 300 esuberi Delrio: evitato il fallimento
Il ministro elogia l’accordo: senza l’intesa con l’azienda tutti i lavoratori a casa
OLBIA. «Meridiana sarebbe fallita». Per la prima volta nella lunga crisi della compagnia aerea, quella parola, «fallimento», l’ha usata un ministro della Repubblica. Graziano Delrio l’ha pronunciata ieri pomeriggio a Firenze, difendendo il lavoro del Governo e anche dei sindacati confederali che hanno firmato l’intesa che porterà Qatar Airways - la trattativa con l’Aga Khan è entrata nella fase conclusiva nelle ultime ore - a guidare (e salvare) l’azienda di Olbia, con mille lavoratori occupati e 300 (non più 400) licenziati.
Il ministro dei Trasporti ha risposto alle domande dei giornalisti, all’uscita di un convegno sulla mobilità, con un’altra domanda. «Una la faccio io, stavolta: è meglio avere un’azienda che manda subito 950 persone in esubero e fra un anno sarebbe fallita, mandandone a casa altre 1.200 e perdendo così tutte le rotte, o è meglio avere un’azienda che fa 300 esuberi subito, e in 36 mesi piano piano prova a riassorbirli e sviluppa delle rotte?».
Nel ragionamento di Delrio colpisce appunto lo spettro che si aggirava su Meridiana: la chiusura. L’aveva detto l’Aga Khan: senza Qatar Airways, non finanzierò più la compagnia (e l’ha fatto negli ultimi 8 anni per coprire i buchi di bilancio). L’aveva ribadito alla stampa internazionale anche il capo di Qatar Airways Al Baker: senza intesa, dopo giugno l’Aga Khan non ci metterà più soldi.
Non tutti credevano (e credono) a queste parole. Per molti, dentro Meridiana, era solo un bluff, una partita di poker per spaventare i sindacati, togliere diritti ai lavoratori, coprire l’incapacità dei dirigenti.
Delrio conferma invece che la scelta durissima cui si sono trovati davanti il Governo e i sindacati che poi l’intesa l’hanno firmata (Cgil, Cisl, Uil, Ugl) era secca, netta, durissima: senza Qatar Airways, per Meridiana non ci sarebbe stato futuro, e non ci sarebbe stato per i suoi attuali mille dipendenti, e (forse) neppure per gli oltre 400 della compagnia controllata, Air Italy.
La decisione è stata dolorosissima. Perché, per la prima volta nella storia di Meridiana, ci sono stati i licenziamenti collettivi. Non più 400, ma 300. La lettera è arrivata a 267 assistenti di volo (contro gli iniziali 325), a 13 amministrativi (contro 41) e a 19 tecnici delle manutenzioni (contro 30). I nuovi numeri sono stati comunicati ieri sera dall’azienda di Olbia, e sono frutto delle uscite volontarie che hanno abbattuto il numero dei licenziamenti: in tutto, 350 dipendenti si sono dimessi da Meridiana, ottenendo 15 mila euro di incentivo e il massimo degli ammortizzatori sociali (da tre a quattro anni di indennità pubblica).
Comunque, un dramma. Anche Delrio lo ammette, però sempre nell’ottica del grande pericolo scongiurato. «Non è mai positivo quando si perdono, almeno nell’immediato, 300 posti di lavoro -ha detto il ministro -. Se perdo un posto, io sono deluso. Però dovevo scegliere come rilanciare l’azienda, altrimenti ne avrei perso 2000».
Per chiudere il cerchio, ora manca la firma dell’intesa azionaria fra l’Aga Khan e Qatar Airways. Il primo avrà il 51% della nuova holding di controllo, la seconda il 49% ma, di fatto, sarà il vero socio forte della nuova Meridiana: metterà i soldi, farà il piano industriale, nominerà i nuovi dirigenti. Proprio in queste ore, assistiti da due studi legali (quello di Laura Pierallini per Qatar, ma la notizia non ha avuto conferme dall’avvocatessa esperta internazionale di trasporto aereo), i due soci stanno limando il contratto e le somme da mettere in campo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA