La Nuova Sardegna

Non rapì Vanna Licheri: libero dopo 18 anni in cella

di Pier Luigi Piredda
Non rapì Vanna Licheri: libero dopo 18 anni in cella

Festa a Mamoiada per il ritorno di Piero Melis: l’abbraccio con l’anziana madre

16 luglio 2016
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INVIATO A MAMOIADA. Libero. Innocente. Assolto con formula ampia dall’infamante accusa di essere un sequestratore. Di una donna: Vanna Licheri, l’imprenditrice agricola di Abbasanta rapita nella sua azienda il 5 maggio 1995 e mai tornata a casa. Pietro Paolo Melis, 54 anni, per tutti nel suo paese Piero, a casa è invece tornato. Dopo 18 anni trascorsi in carcere, ma senza mai smettere di combattere per dimostrare la sua innocenza. Che aveva sempre proclamato fin dal momento del suo arresto e della condanna a 30 anni nel 1999.

La sentenza. Assoluzione per non aver commesso il fatto e immediata scarcerazione, la sentenza dei giudici della Corte d’appello di Perugia nella tarda mattina di ieri. Arrivata al termine dell’ennesimo processo di revisione richiesto dai difensori del mamoiadino, gli avvocati Alessandro Ricci e Maria Antonietta Salis, e disposto dalla Cassazione che aveva rimandato gli atti a Perugia sottolineando la necessità di entrare nel merito del processo, superando così quello che per la difesa era sempre stato uno scoglio insuperabile: l’inammissibilità del ricorso. Il procuratore generale Giuliano Mignini ha comunque chiesto la conferma della condanna a 30 anni e altrettanto ha fatto il patrono di parte civile, l’avvocato Agostinangelo Marras, che da sempre tutela la famiglia Licheri Leone, ritenendo che non si erano aggiunti elementi nuovi che potessero modificare la situazione.

Il processo. I difensori di Piero Melis hanno invece puntato le loro arringhe sulle nuove acquisizioni tecniche portate in aula nei precedenti processi grazie alle moderne tecnologie utilizzate per analizzare la voce intercettata, che era sempre stata attribuita al mamoiadino. «Ma finalmente siamo riusciti a dimostrare che l’ignoto intercettato non è Melis» hanno spiegato gli avvocati Ricci e Salis. E i giudici della Corte d’appello hanno ritenuto fondate queste argomentazioni assolvendo a scarcerando Piero Melis. Non è improbabile che il pg presenti ricorso in Cassazione.

L’arrivo a casa. Maglietta rossa e jeans, capelli cortissimi e un filo di barba così si è presentato Piero Melis alle 18,15 davanti alla porta della palazzina di famiglia in via Battisti, di fronte alla chiesa della Madonna di Loreto. Un attimo di stupore quando ha visto tutta quella gente che lo stava aspettando da ore. E ha avuto un attimo di esitazione, prima di essere trascinato fuori dall’auto del cognato per essere stretto in un grande abbraccio mentre entrava, dopo 18 anni, da uomo libero nella sua casa. Dove la mamma l’ha atteso seduta su una poltrona, coccolata dai figli, dalla sorella Benita e dai nipoti fino al momento dell’ingresso in casa del figlio.

La mamma. Antonietta Sedda, 84 anni, madre di sei figli, vedova da molto tempo ma con ancora addosso il vestito nero del lutto, si è alzata a fatica, ha preso il viso del suo ragazzo e l’ha stretto tra le mani rugose, l’ha accarezzato mentre le lacrime le bagnavano le guance. Poi si è seduta, vinta dalla commozione mentre gli occhi sprizzavano felicità.

Le prime parole. «Ho sempre rispettato le sentenze, ma non le ho mai condivise – ha detto Piero Melis, finalmente libero dopo gli affettuosi abbracci, forse ancora più opprimenti degli anni di sofferenza in carcere –. Ho sempre detto che non c’entravo niente con questa brutta storia. È il giorno più bello della mia vita. Una grandissima soddisfazione che appaga gli sforzi profusi per dimostrare la mia innocenza. Ringrazio prima di tutto i miei familiari – ha continuato il mamoiadino lasciandosi vincere per un attimo dalla commozione –. Mi sono sempre stati vicini, non mi sono mai sentito solo e grazie a loro se sono qui. E ringrazio anche i miei avvocati che hanno creduto nella mia innocenza e hanno combattuto in tutte le sedi giudiziarie per dimostrarla».

La storia. Quando era stato arrestato, nel mese di dicembre del 1998. Piero Melis aveva 35 anni, adesso ne ha 54 e gli ultimi 18 li ha passati in carcere: a Spoleto, Orvieto e nell’ultimo periodo a Badu ’e Carros dove è stato scarcerato intorno alle 17.30. «Ho telefonato a casa dal carcere per sapere com’era andato il processo e mia sorella mi ha detto che ero stato assolto e dovevo essere scarcerato immediatamente – ha ricordato l’ex detenuto –. Ho cominciato il giro dei saluti e quando è arrivata la comunicazione ufficiale dall’ufficio matricola ero già pronto a uscire».

La condanna. Piero Melis era accusato di essere uno degli organizzatori del sequestro di Vanna Licheri, rapita il 14 maggio 1995 e morta durante la prigionia. Era finito in carcere sulla base di una perizia fonica che riteneva fosse sua la voce contenuta in un’intercettazione ambientale in auto con un altro imputato. Era così stato condannato a 30 anni con una sentenza divenuta definitiva il 13 dicembre 1999.

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