OLBIA. Via la religione da tre edifici che ospitano manifestazioni pubbliche del Comune di Olbia. La paura di attentati terroristici ha spinto la giunta comunale della città gallurese a prendere una decisione forte, che ha innescato da subito una polemica.
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Il sindaco Settimo Nizzi ha deciso che ogni confessione religiosa sia bandita dai tre edifici comunali nei quali si svolgono attività, iniziative e manifestazioni “volte a favorire la diffusione della cultura nell'ambito del territorio comunale”: il Museo archeologico, l'Olbia Expò e l'anfiteatro “Mario Ceroli” di Porto Rotondo.
La ratio del laicismo spinto deriva dal combinato disposto tra precauzioni antiterrorismo e una pretesa aconfessionale dell’amministrazione pubblica. Tutto messo nero su bianco nella delibera con cui la giunta rivede i criteri di accesso (a pagamento) nelle sue strutture: «Ritenuto per la particolare delicatezza dell'attuale situazione geopolitica, con fenomeni legati al terrorismo internazionale e per il carattere aconfessionale dell'amministrazione pubblica, di dover escludere eventi e/o iniziative che abbiano ad oggetto attività religiose, argomenti di natura religiosa e/o che abbiano finalità di propaganda ed indottrinamento religioso, nonché che possano attenere all'interpretazione di testi sacri».
Una delle prime reazioni, molto sorpresa per il provvedimento, è quella del vescovo di tempio-Ampurias Sebastiano Sanguinetti, attraverso il suo ufficio stampa: «Non c'è il rischio, forse, che si tratti di una decisione affrettata, per quanto emanata sull'onda emotiva dei tragici e criminali atti terroristici?».