La Nuova Sardegna

L’allarme della Cna: lavori pubblici, è crollo degli appalti

L’allarme della Cna: lavori pubblici, è crollo degli appalti

Rispetto al 2015 il mercato si è ridotto del 20 per cento Gare, malissimo l’ultimo trimestre da maggio a luglio

07 agosto 2016
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SASSARI. Continua la flessione dei lavori pubblici in Sardegna. L'allarme arriva dalla Cna. Se nel corso del primo trimestre 2016 si era registrato un numero in leggera crescita a fronte di un forte calo della spesa, alla fine di luglio il risultato è negativo su entrambi i fronti. Con 602 gare promosse in sette mesi per un importo complessivo a base di gara pari a 308 milioni, il mercato regionale delle opere pubbliche è di circa il 20% inferiore rispetto allo stesso periodo del 2015 e, se si considerano in particolare i mesi da maggio a luglio, il crollo è impressionante: del 45% nel numero delle gare e del 49% nell’importo della spesa. Questi e altri dati si ricavano dal report del Centro studi della Cna che mette in luce il crollo degli appalti pubblici evidenziando un netto ridimensionamento del numero degli interventi promossi: da maggio si attestano in media sotto le 60 unità mensili, contro i quasi 110 del primo quadrimestre e del 2015.

«Dopo poco più di tre mesi dall'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti l'attività delle stazioni appaltanti ha chiaramente rallentato in Sardegna così come in tutto il territorio nazionale», spiegano Francesco Porcu e Mauro Zanda rispettivamente segretario regionale della Cna e presidente di Cna Costruzioni. «C’è stata una brusca entrata in vigore della nuova legge degli appalti – continuano i due dirigenti Cna –: il varo della normativa non è stato accompagnato dall’indispensabile fase transitoria. Tra gennaio e aprile l'attività dei committenti pubblici aveva migliorato i livelli del 2015 sia nella nostra regione che nel resto d'Italia (+1,9% le gare promosse in Sardegna e +8% quelle in Italia rispetto al primo quadrimestre 2015) ma nei tre mesi successivi si può senza dubbio parlare di un vero e proprio crollo del mercato», con cifre drammatiche per la Sardegna.

Anche la spesa, evidenziano i vertici della Cna, ha avuto lo stesso trend: nel primo quadrimestre è cresciuta sia in Sardegna che in Italia (+3% e +65% rispettivamente), mentre tra maggio e luglio 2016 si è ridotta drasticamente, il blocco dell'attività riguarda anche i grandi progetti.

Tra i committenti risultano penalizzati soprattutto i comuni con un meno 23% rispetto al numero di appalti del 2015 (e la spesa è dimezzata), la riduzione riguarda soprattutto gli appalti di importo inferiore al milione di euro che rappresentano l’80% circa della domanda regionale. Nella graduatoria nazionale la Sardegna si colloca tra le 11 regioni con dinamica negativa rispetto ai primi sette mesi del 2015.

«Il nostro auspicio – spiegano Porcu e Zanda – è che l'attività delle stazioni appaltanti venga rimessa in moto dalle risorse Ue per il settennio 2014-2020 e soprattutto dai due miliardi di euro previsti per le infrastrutture dal Patto per la Sardegna appena sottoscritto da Governo e Regione».

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