La Nuova Sardegna

l’eterno duello

La soap opera dei Democratici: 9 anni con gli stessi protagonisti

di Alessandro Pirina
La soap opera dei Democratici: 9 anni con gli stessi protagonisti

SASSARI. Più che un partito il Pd sembra una soap opera. Matrimoni, divorzi, liti, tregue. E sempre con gli stessi protagonisti. Dal 2007, quando Ds e Margherita hanno abdicato al nuovo soggetto...

07 agosto 2016
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SASSARI. Più che un partito il Pd sembra una soap opera. Matrimoni, divorzi, liti, tregue. E sempre con gli stessi protagonisti. Dal 2007, quando Ds e Margherita hanno abdicato al nuovo soggetto politico, il Pd isolano si trova a recitare lo stesso copione. Mentre a Roma si sono avvicendati i vari Veltroni, Franceschini, Bersani, Renzi, in Sardegna a dominare il sipario sono sempre le figure di Renato Soru e Antonello Cabras. Da 9 anni - o anche da prima che il Pd nascesse - l’eurodeputato e il presidente della Fondazione Sardegna rappresentano i due principali blocchi del partito. I due big si sposano, si lasciano, fanno pace, litigano di nuovo, ma senza mai abbandonare la scena. Come Ridge e Brooke di Beautiful. E al loro fianco tutta una serie di comprimari tra parlamentari, consiglieri, dirigenti che, a seconda del momento storico, si trovano a parteggiare per l’uno o per l’altro.

Le primarie 2007. Il primo scontro Soru-Cabras risale al 2007, quando l’allora governatore decide di sfidare l’ex presidente della Regione alle prime primarie del Pd per la segreteria regionale. Insomma, mentre a Roma per Veltroni è una vittoria facile, nell’isola la battaglia è all’ultimo voto. Tutti i big stavano con Cabras, dai segretari di Ds e Margherita, Giulio Calvisi e Paolo Fadda, al capogruppo alla Camera, Antonello Soro, dal senatore Salvatore Ladu ai futuri segretari Francesca Barracciu e Silvio Lai. Eppure Soru non ce la fa per poche migliaia di voti.

Le dimissioni. Da quel momento il Pd si trova imbrigliato nel rapporto a singhiozzo tra i due. Il 2008 vede prima le dimissioni dalla segreteria di Cabras, orfano di Soro e Ladu, e poi quelle di Soru dalla presidenza della Regione, azzoppato dai dissidenti legati all’ex segretario. Nel frattempo alla guida del partito viene eletta la Barracciu, che da supporter di Cabras era diventata una soriana di ferro.

Ko alle elezioni. Il Pd ritrova - solo sulla carta - l’unità ma alle regionali di febbraio Soru perde, e pesantemente pure. Uno choc che investe il Pd nazionale, costringendo Veltroni alle dimissioni a poco più di un anno dal trionfo delle primarie. Con il centrodestra di Ugo Cappellaci alla guida della Regione, i big del partito si concentrano sulle primarie di ottobre. A livello nazionale la sfida è tra Bersani e Franceschini, in Sardegna tra Lai e Barracciu. Vince il primo, sostenuto da Cabras, Fadda e Ladu. Perde, dunque, l’ex segretaria, e con lei Soru che la supportava.

Il riavvicinamento. Anche l’inossidabile area Cabras-Fadda conosce la sua crisi. La sfida per l’Anci tra Gianfranco Ganau e Cristiano Erriu fa allontanare i due big. La maggioranza di Lai rimane azzoppata e a salvarla ci pensa Soru, che designa Barracciu come vice. Una tregua armata che dura fino alle primarie 2013 per la premiership. Bersani, sostenuto da tutti, sbaraglia Renzi, che dalla sua ha solo Arturo Parisi, Gavino Manca e Chicco Porcu.

Tutti renziani. Il Pd non vince, però, le politiche, Bersani si fa da parte e qualche mese dopo quasi tutti gli ex bersaniani, da Cabras a Soru, da Fadda a Barracciu, da Ganau a Lai, si schierano con Renzi. Intanto, la Barracciu batte Ganau alle primarie per la guida della Regione, ma viene travolta dall’inchiesta sui fondi ai gruppi e, senza l’appoggio del suo ormai ex alleato Soru, getta la spugna. Il Pd punta su Francesco Pigliaru che vince le elezioni. È di nuovo tempo di primarie. L’area Cabras-Fadda decide di giocarsi la carta Soru, nel frattempo eletto in Europa. Insieme conquistano poco più della metà del partito. È l’ottobre 2014, ma 12 mesi dopo la maggioranza si sfalda. Prima della condanna del segretario, e ancora prima delle sue dimissioni, Soru e Cabras siglano l’ultimo divorzio. E a distanza di mesi il Pd isolano si trova ancora senza guida.

La soap continua.

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