"Cura" i tumori con le parolacce: cagliaritana denunciata dall'Ordine dei medici
Si tratta di Gabriella Mereu, «esperta» di medicine olistiche e alternative. La «santona» è stata già radiata dall’Ordine dei Medici locale, ma continua a esercitare perchè il giudizio di appello è ancora pendente
SASSARI. Niente farmaci o terapie di sorta, ma una bizzarra «terapia verbale» a base letteralmente di parolacce. È il metodo messo a punto da Gabriella Mereu, «esperta» di medicine olistiche e alternative, che ritiene di curare i tumori insultando i (non pochi) pazienti. La «santona» di Cagliari è stata già radiata dall’Ordine dei Medici locale, ma continua a esercitare perchè il giudizio di appello è ancora pendente.
Per questo oggi l’Ordine dei Medici della provincia Torino, che si è più volte espresso contro promesse di guarigioni miracolistiche, ha denunciato la Mereu all’Autorità giudiziaria, al comando carabinieri del Nas e alla Guardia di Finanza per abuso della credulità popolare e diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose che creano allarme tra i cittadini.
«L’Ordine ribadisce - afferma Guido Giustetto, presidente dell’Ordine di Torino - che la divulgazione di queste pratiche senza base scientifica non può sostituire la medicina ufficiale: come stabilisce con chiarezza l’art. 15 del Codice di Deontologia Medica, il medico può farvi ricorso nel rispetto del decoro e della dignità della professione. Inoltre, e questo è l’aspetto centrale della questione, il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia per di più in un contesto di totale asimmetria informativa: il medico ha l’obbligo di capire tempestivamente quando sia il caso di interrompere i metodi non convenzionali eventualmente adottati e di ricorrere tempestivamente agli strumenti della medicina ufficiale, in modo da garantire al paziente le più idonee condizioni di sicurezza ed efficacia della cura. Anche l’articolo 13, a tal proposito, è molto chiaro: il medico non adotta nè diffonde pratiche diagnostiche o terapeutiche delle quali non è resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica, valutabile dalla comunità professionale e dall’autorità competente. E ancora il medico non deve adottare nè diffondere terapie segrete».