La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Una seconda relazione è in fase di elaborazione da parte dell’Organismo di vigilanza di Insar composto da tre professionisti, uno nominato da Italia Lavoro t e altri due indicati dalla Regione. Segue al documento del 28 settembre in cui si concludeva la disamina delle attività Insar col suggerimento di affidare a un audit la rilettura dell’intero metodo adottato da Insar che è quello di moltiplicare le consulenze e affidare il controllo del procedimento all’ad, il quale è anche la figura che nomina i consulenti. Il 17 si è tenuto un consiglio di amministrazione di Insar. Domani si tiene un’attesissima riunione sindacale concessa dall’ad ai rappresentanti dei lavoratori che sollecitano da tempo un giusto inquadramento per i 21 dipendenti. Un successo, per i sindacati, questo incontro, data la quantità di sollecitazioni inascoltate rivolte al management, anche se forse un po’ tardivo visto che la Regione ha annunciato un “imminente” cambio dei gestori della società. Nelle risposte alle interrogazioni consiliari e parlamentari sia l’assessorato al Lavoro, sia il sottosegretariato del ministero per l’Economia hanno difeso il consulentificio instaurato dal cda di Insar adducendo il fatto che si trattava di una scelta generale l’avere strutture burocratiche snelle con la possibilità di nominare professionisti specializzati nelle diverse materie. Anche questa scelta richiede però il rispetto di alcune regole e, in varie sedi, ci si è domandato se siano state rispettate. Insar è controllata dall’Odv, dai revisori dei conti e dal cosiddetto controllo analogo, uno strumento di controllo, esercitato nel caso di Insar dall’assessorato al Lavoro. Mesi fa Insar ha varato 4 bandi su 4 argomenti diversi per trovare esperti che facessero assistenza tecnica all’assessorato. Nella commissione compariva anche il direttore generale dell’assessorato. Dunque l’assessorato al Lavoro, che aveva bisogno di assistenza tecnica su materie quali Saremar e Parco geominerario, attraverso Insar ha cercato gli esperti che avrebbero dovuto lavorare per l’assessorato stesso e in questa ricerca è stato coinvolto il suo dirigente massimo.