La Nuova Sardegna

cia e confagricoltura

«Prezzo del latte, nodi irrisolti»

«Prezzo del latte, nodi irrisolti»

Appello alla Regione per sostenere le piccole e medie imprese

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CAGLIARI. Il pecorino romano, che rappresenta oltre il 50% della produzione casearia sarda, non è passato di rango.Confagricoltura e Cia avevano annunciato che, nel periodo più favorevole al prezzo del pecorino romano, sarebbe stata un’illusione pensare che la congiuntura favorevole del mercato fosse duratura e quello sarebbe stato il momento per avviare una discussione all’interno della filiera.

«Questo confronto non c’è stato – spiegano i presidenti provinciali delle due associazioni, Giovanni Canu e Matteo Luridiana –, si è tentato di promuoverlo con l’organismo interprofessionale che però ha avuto un percorso caratterizzato da veti e condizioni e non ha risolto i problemi che hanno determinato le sorti del comparto fino a oggi. Sorti che non sono state favorevoli agli allevatori che, ancora oggi, non possono contare, se non in casi sporadici, su un contratto scritto e su un prezzo certo che può essere diminuito unilateralmente dall’industriale caseario, come è successo la scorsa campagna. L’allevatore pertanto opera in una situazione di totale incertezza economica che non gli consente di programmare l’attività d’impresa». Secondo Confagricolura e Cia non si può andare avanti in questo modo, soprattutto quando anche il prezzo dell’agnello è in calo. «È evidente che sia necessario lavorare di più affinché il consumatore sappia riconoscere, e quindi scegliere, la qualità dell’agnello sardo Igp per allestire un sistema fruibile da tutti gli operatori della filiera, costruendo un rapporto di fiducia e collaborazione», aggiungono Canu e Luridiana.

Confagricoltura e Cia sono molto preoccupate per il futuro del settore e credono che in assenza di una cultura di collaborazione basata su rapporti trasparenti tra le componenti della filiera non si supereranno i problemi strutturali che caratterizzano il comparto, con ripercussioni su tutto il tessuto economico della Sardegna, particolarmente nei territori in cui l’allevamento ovino è la più importante componente produttiva.

Pertanto Confagricoltura Sardegna e Cia propongono di realizzare gli strumenti voluti dall’ex assessore Falchi e dai suoi uffici e che il ministro Martina, per le questioni di sua competenza, ha promesso di portare a compimento.

Spazio quindi all’immediata operatività dell’organizzazione interprofessionale, al decreto che rende obbligatoria la comunicazione mensile dei quantitativi di latte crudo acquistato, all’ inserimento del Pecorino romano Dop nel nuovo bando Agea per gli indigenti, all’attivazione del fondo rotativo, alla spendita dei 6 milioni di euro destinati al comparto ovicaprino e all’attivazione del fondo per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese.

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