La Nuova Sardegna

Gli show con gli agnellini e l'etica del pastore sardo

Eugenia Tognotti
Gli show con gli agnellini e l'etica del pastore sardo

Dall'osservatorio della Sardegna agropastorale riflessioni sulla scelta della presidente della Camera Laura Boldrini di sponsorizzare la campagna veg contro il consumo di carne a Pasqua

15 aprile 2017
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SASSARI. L’annuncio della “visita” a Montecitorio di due placide pecorelle, mansuete per definizione, bianche naturalmente, è stato dato anche nella piazza virtuale di Facebook . A divulgarlo, la presidente della Camera in persona, Laura Boldrini nelle vesti di anfitrione, se è concesso ricorrere ad un personaggio maschile della mitologia greca, invece che al femminile “padrona di casa”, politically correct.

L’iniziativa ha suscitato il clamore mediatico che di certo si aspettavano, legittimamente, gli attivisti dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che ha lanciato una petizione in cui si chiede la fine della macellazione degli agnelli in occasione della Pasqua. L’attenzione dei media è stata pari e persino superiore, forse, a quella prodotta dal video in cui compare Berlusconi, in un contesto bucolico – un prato verde – che fa dimenticare quello sulfureo, trimalcionico, delle famose “cene eleganti” . Il leader di FI porge premurosamente un biberon ad alcuni candidi agnellini, salvati dalla “strage di Pasqua”, per la gioia di vegetariani e vegani che demonizzano il consumo di carne per ragioni etiche.

Senza entrare nel merito di una discussione che porterebbe davvero molto lontano – per toccare anche gli aspetti medico-sanitari legati ad alcune diete – qualche considerazione s’impone. Sollecitata anche dalla lettera di un pastore sardo alla presidente della Camera, accorata, piena di buonsenso e, direi, di quell’etica che non è una prerogativa né dei vegetariani, né dei vegani, né dei “carnivori”, ma che attraversa le diverse scelte per investire ogni campo della vita di ciascuno di noi.

La prima osservazione da fare riguarda il ruolo. Le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio che ha aderito alla campagna della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente “A Pasqua scegli la vita, scegli veg”, si prestano tutt’al più a qualche dubbio sulla “sincerità” dell’adesione, data l’evidenza di una foto recentissima che lo ritrae da McDonald’s, dove non risulta sia stata messa al bando la carne. Ma le sue – è il caso di ribadire – sono le affermazioni di un cittadino qualunque, che può naturalmente esprimersi a favore del vegan food ed esortare gli amanti dell’abbacchio & affini a rinunciare al piatto tipico della tradizione pasquale.

Diverso è il caso di Laura Boldrini, eletta allo scranno più alto della Camera dei Deputati, che rappresenta tutti gli italiani e dove si approvano le leggi che regolano la vita dei cittadini e si discutono i problemi del Paese, nel suo insieme di uomini e di donne: animalisti e non; vegetariani e vegani che bandiscono dalle loro mense carni e derivati; voraci consumatori di questi ultimi e amanti di carni, rosse e bianche, insaccati e formaggi. Poteva, la presidente della Camera, dichiarare a Montecitorio, nella “casa” di tutti noi, che ha voluto fare la sua parte in questa campagna di sensibilizzazione perché crede che «il rispetto delle tradizioni non ci obbliga a uccidere altri esseri viventi»? Ora, se la sua “parte” era quella di presidente della Camera si può dire che era perlomeno inopportuno. Mentre lo sarebbe stato il lancio di una campagna di sensibilizzazione per migliorare le condizioni, davvero terribili, di parte degli allevamenti di animali (anche di quelli che non fanno tenerezza come le tenere agnelline, tipo maiali, polli, vitelli ecc.).

E, ancora, contro i metodi dolorosi di macellazione; per la diminuzione del consumo di carne pro-capite (a vantaggio della salute e dell’impatto ambientale); per il monitoraggio della carne (in ordine alla presenza di ormoni, antibiotici, ecc).

La lettera del pastore sardo alla Boldrini, scritta da un’isola che ha circa 4 milioni di pecore, che vogliono dire economia, lavoro, adattamento all’ambiente, pone la questione in un’ottica diversa da quella di chi può scegliere tra ricercatezze bio, slow food, e quant’altro, e richiama anche all’equazione uomo, lavoro, dignità, sopravvivenza.

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