La Nuova Sardegna

Contratti nulli per i bagnini in Sardegna: spiagge senza salvamento

di Claudio Zoccheddu
Contratti nulli per i bagnini in Sardegna: spiagge senza salvamento

La Regione blocca i pagamenti ai Comuni, i volontari sono pronti allo sciopero 

04 giugno 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Il pericolo è reale. La spiagge libere della Sardegna potrebbero non essere sorvegliate dai bagnini durante tutta la stagione estiva, perlomeno quelli che lavorano con le associazioni di volontariato. L’allarme suona ormai da qualche giorno ma le parti in causa restano distanti: i bagnini minacciano lo “sciopero” mentre le istituzioni provano a ricucire lo strappo (Protezione civile) ma contemporaneamente (Regione) non sono disposte a rimborsare i comuni che hanno pagato le prestazioni dei bagnini durante la stagione 2016.
I contratti. Il nocciolo della questione sarebbe legato alle forme contrattuali utilizzate per sancire i rapporti tra gli enti locali e le associazioni di volontariato. Secondo il presidente del Coordinamento delle associazioni del mare (Cam), Claudio Rosu, il grande caos sarebbe la conseguenza di un’interpretazione delle norme da parte della Protezione civile: «I nostri interlocutorie erano la Province, a cui la Regione trasferiva i fondi per il salvamento. Adesso il trasferimento avviene direttamente ai comuni ma la Protezione civile ha deciso di applicare il principio delle retroattività alle convenzioni stipulate nel 2016 modificando la delibera dell’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente del 2015». In altre parole, ai tecnici dei quindici comuni convocati recentemente in Regione per fare il punto della situazione è stato contestato il metodo di pagamento scelto per corrispondere le associazioni di volontariato che, ovviamente, pagano i bagnini come lavoratori a tutti gli effetti. Chi ha trattato i “volontari” come “soggetti economici” a tutti gli effetti, quindi abilitati a partecipare alle manifestazioni d’interesse bandite dagli enti locali, non verrà rimborsato se non per quanto riguarda il vitto e le spese dei trasferimenti dei bagnini dalla sede delle associazioni alla zona di lavoro. I rendiconti presentati da quindici amministrazioni comunali, quindi, sono stati respinti dalla Regione perché prevedevano il pagamento dei bagnini oltre al vitto e ai rimborsi chilometrici. Morale: i comuni che hanno anticipato i soldi non saranno rimborsati nonostante, sia nel 2016 sia nel 2017, la Regione abbia stanziato 800mila euro per il salvamento raddoppiando, di fatto, quanto stanziato nel 2015.
Le conseguenze. Oltre alle spiagge che rischiano di rimanere sguarnite, adesso c’è anche il problema delle amministrazioni comunali che non possono sostenere le spese per il salvamento, anche perché gli amministratori erano convinti che le cifre anticipate sarebbero rientrate. Invece, potrebbe non farsene nulla e i sindaci saranno chiamati a gestire un buco di bilancio significativo. Una situazione paradossale che rischia di diventare un vero e proprio caso politico, oltre che un pessimo spot per le spiagge dell’isola. «Alcune amministrazioni comunali hanno deciso di chiedere l’assistenza dell’Anci per valutare i termini della questione – aggiunge il presidente del Cam, Claudio Rosu –. Chiederanno la modifica della delibera del 2017 anche perché hanno l’obbligo di mantenere una percentuale di spiagge libere che, comunque, non possono restare completamente sguarnite dal punto di vista della sicurezza». Anche se, a quanto pare, il rischio è concreto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Calcio Serie A

Cagliari avanti 2-0 contro la Juventus alla fine del primo tempo

Le nostre iniziative