Lo strazio della madre 95enne
L’operaio forestale non si era mai sposato e viveva con i genitori anziani
26 giugno 2017
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FONNI. «Fizu meu, fizu meu....Ite t’ana attu». I singhiozzi della mamma di Salvatore Nolis, ucciso sabato mattina con due colpi di fucile, nelle campagne di Fonni, sono inconfondibili. Risuonano nella calma afosa di una domenica d’estate, poco prima della messa mattutina.
Salvatore Nolis, operaio forestale, 48 anni, non si era mai sposato. Viveva al civico 17 di via Cavour, una palazzina a due piani a pochi passi dalla chiesa di San Giovanni Battista, nel centro del paese. Salvatore ci viveva insieme agli anziani genitori, da sempre. Era lui che li accudiva, lui che li accompagnava alle visite mediche. Il padre, al quale i familiari hanno tenuto nascosta l’atroce verità, ha 97 anni, la mamma 95. In questi giorni nella palazzina di via Cavour c’erano anche le due sorelle di Salvatore, rientrate a Fonni proprio per la festa di San Giovanni Battista.
Ieri mattina le porte della palazzina della famiglia Nolis erano aperte. Fin dalle prime ore del mattino c’è stato un incessante viavai di familiari, amici e conoscenti, a portare conforto all’anziana donna e alle due sorelle di Salvatore. Una processione dolorosa di donne in abito tradizionale, col capo coperto dal velo nero, interrotta solo dal grido della mamma di Salvatore, un lamento irriproducibile: «Fizu meu, Fizu meu».
L’omicidio dell’operaio forestale ha lasciato il paese attonito. «Oggi è un giorno di silenzio, la nostra comunità è sconvolta per la scomparsa di Tore – ha detto la sindaca Daniela Falconi – L’amministrazione è vicina al dolore che ha colpito la famiglia Nolis».
Anche il paese si è stretto intorno alla famiglia di Salvatore Nolis, alle sorelle e alla madre, inconsolabile.
Sabato sera, all’imbrunire, anziani, giovani e bambini, sono scesi in piazza con le fiaccole in mano e hanno percorso le vie del paese per dire no alla violenza. Alla testa del corteo, partito da piazza San Giovanni, il vescovo della diocesi di Nuoro monsignor Mosè Marcia e la sindaca Daniela Falconi. Toccante il momento in cui il corteo si è fermato sotto la casa della vittima: le sorelle si sono affacciate alla finestra e con lo sguardo hanno abbracciato i loro compaesani. Poi sono tutti andati a pregare in chiesa, insieme al vescovo. «Caino, non fai più parte di questa comunità», ha ammonito il monsignor Marcia che ha comunque invitato al perdono. «Questa comunità non ti odia e ti perdona, ma tu convertiti». (g.z.)
Salvatore Nolis, operaio forestale, 48 anni, non si era mai sposato. Viveva al civico 17 di via Cavour, una palazzina a due piani a pochi passi dalla chiesa di San Giovanni Battista, nel centro del paese. Salvatore ci viveva insieme agli anziani genitori, da sempre. Era lui che li accudiva, lui che li accompagnava alle visite mediche. Il padre, al quale i familiari hanno tenuto nascosta l’atroce verità, ha 97 anni, la mamma 95. In questi giorni nella palazzina di via Cavour c’erano anche le due sorelle di Salvatore, rientrate a Fonni proprio per la festa di San Giovanni Battista.
Ieri mattina le porte della palazzina della famiglia Nolis erano aperte. Fin dalle prime ore del mattino c’è stato un incessante viavai di familiari, amici e conoscenti, a portare conforto all’anziana donna e alle due sorelle di Salvatore. Una processione dolorosa di donne in abito tradizionale, col capo coperto dal velo nero, interrotta solo dal grido della mamma di Salvatore, un lamento irriproducibile: «Fizu meu, Fizu meu».
L’omicidio dell’operaio forestale ha lasciato il paese attonito. «Oggi è un giorno di silenzio, la nostra comunità è sconvolta per la scomparsa di Tore – ha detto la sindaca Daniela Falconi – L’amministrazione è vicina al dolore che ha colpito la famiglia Nolis».
Anche il paese si è stretto intorno alla famiglia di Salvatore Nolis, alle sorelle e alla madre, inconsolabile.
Sabato sera, all’imbrunire, anziani, giovani e bambini, sono scesi in piazza con le fiaccole in mano e hanno percorso le vie del paese per dire no alla violenza. Alla testa del corteo, partito da piazza San Giovanni, il vescovo della diocesi di Nuoro monsignor Mosè Marcia e la sindaca Daniela Falconi. Toccante il momento in cui il corteo si è fermato sotto la casa della vittima: le sorelle si sono affacciate alla finestra e con lo sguardo hanno abbracciato i loro compaesani. Poi sono tutti andati a pregare in chiesa, insieme al vescovo. «Caino, non fai più parte di questa comunità», ha ammonito il monsignor Marcia che ha comunque invitato al perdono. «Questa comunità non ti odia e ti perdona, ma tu convertiti». (g.z.)