La Nuova Sardegna

Tutto Dinamo

L'addio a Susanna Campus: "E ora intitoliamole il settore D del Palazzetto"

L'addio a Susanna Campus: "E ora intitoliamole il settore D del Palazzetto"

Presente per anni al PalaSerradimigni, la divisa biancoblù per l’ultimo viaggio

18 luglio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Ho quattro amori sportivi tutti a pari merito: Dinamo e Torres, le squadre della mia città, la Juventus e la Ferrari». Susanna Campus viveva la sua passione di sportiva vera senza pudori e senza limiti. Ieri, ricomposta nella bara per il suo ultimo viaggio, indossava la tuta ufficiale della Dinamo sopra la polo celebrativa dello scudetto.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:sassari:cronaca:1.15623369:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2017/07/17/news/addio-a-susanna-campus-il-commosso-omaggio-di-stefano-sardara-1.15623369]]

La distanza, le condizioni di salute e quelle meteo alla lunga l’avevano portata a seguire “sul campo” quasi esclusivamente la Dinamo, mentre per il resto si arrangiava con la tv, i quotidiani e internet, senza comunque perdersi nulla. Dalla sua postazione, ai piedi del settore D, contrassegnata dal cartello “riservato Susanna Campus” ha assistito decine e decine di partite e ora sarebbe bello se la gradinata portasse il nome di quella che in tanti, a partire dai dirigenti della Dinamo, hanno sempre definito “la tifosa numero uno”.

«Sono costretta a fare tifo in silenzio – diceva spesso – ma faccio più casino di tutto il resto del palazzetto».

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:site:1.15627770:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.15627770:1653447158/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Per i frequentatori del PalaSerradimigni quella di Susanna è stata per anni una presenza abituale, ma solo in pochi sanno cosa comportava esattamente ogni “uscita” di quel tipo: preparazione da ore prima, mobilitazione di diverse persone, esposizione alle correnti calde-gelide del palazzetto, dolori atroci quando l’ago cannula si spostava o la trachea, che lei definiva “un campo di battaglia”, si infiammava. Dire che Susanna metteva ogni volta a rischio la sua vita per andare a vedere una partita non è esagerato. Lei era ben conscia tutto questo, ma solo quando le condizioni di salute si sono fatte davvero insostenibili ha deciso di rinunciare a presenziare alle partite del Banco.

In questi anni il suo nome ha girato tutti i palazzetti d’Italia e d’Europa attraverso lo striscione “Dinamo, Susanna è con te”, regolarmente inquadrato in tv e presente la notte dello scudetto al PalaBigi come a Milano, Mosca, Montecarlo.

Sognava di vedere dal vivo un Gran premio di Formula uno, ma si sarebbe accontentata di una partita della Juve; raccontava delle imprese di suo padre con la maglia della Torres, negli anni Trenta, e non si capacitava dei periodici terremoti societari vissuti dai rossoblù; qualche anno fa era riuscita, chissà come, a far arrivare a casa sua un gruppo di ultras della Pro Patria. «Il palazzo tremava – raccontò – per i cori che facevano in camera mia, era bellissimo».

Una sportiva vera, a tutto tondo, una sassarese doc, ironica e graffiante. Il suo nome su quella gradinata del palazzetto non starebbe affatto male. (a.si.)
 

In Primo Piano
Milano

Graziano Mesina, al via la perizia per valutare il suo stato di salute mentale

Video

Comunali a Cagliari, Azione fuori dal Campo largo

Le nostre iniziative