La Nuova Sardegna

Gli ex onorevoli in rivolta «I vitalizi non si toccano»

di Alessandro Pirina
Gli ex onorevoli in rivolta «I vitalizi non si toccano»

Ex parlamentari ed ex consiglieri contro l’ok della Camera alla legge Richetti «È incostituzionale: la retroattività apre la strada al ritocco delle pensioni di tutti»

29 luglio 2017
5 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. L’ondata di antipolitica rischia di travolgerli, di dimezzare i loro vitalizi maturati in tanti anni tra Camere romane e palazzi cagliaritani. Una scure che ha avuto il via libera di Montecitorio, ma deve ancora fare i conti col verdetto meno scontato di Palazzo Madama. I big della politica che fu nel mirino della legge targata Pd-M5s. Sono più o meno un’ottantina gli ex parlamentari sardi che dovranno rivedere i loro conti in caso di ok definitivo alla legge Richetti. E oltre 300 gli ex consiglieri regionali, o loro eredi, che potrebbero vedere ridursi notevolmente il loro vitalizio. Sarà il Senato a dire l’ultima parola, ma forse non basterà. È facile immaginare che, in caso di sì alla legge, sarà chiamata in causa la Corte costituzionale. Da più parti infatti si grida alla illegittimità del provvedimento. Alla sua unidirezionalità punitiva. «Ci sarà un giudice a Roma, e non solo a Berlino», scherza Giorgio Carta, 79 anni, 13 in Consiglio regionale, 11 da assessore, due mezze legislature in Parlamento, sottosegretario con Amato e Ciampi e oggi presidente della associazione degli ex parlamentari sardi. E 2.300 euro al mese di vitalizio da ex deputato e 4.500 da ex consigliere. «La retroattività è incostituzionale – afferma l’ex segretario nazionale del Psdi –, ma quello che preoccupa è la grande confusione: il vitalizio è una guarentigia posta dalla Carta. Non è una pensione, ma un emolumento per rendere possibile il lavoro del parlamentare, autonomo e indipendente. Se lo si vuole trasformare in un lavoro dipendente lo dicano, perché a quel punto il rischio è che l’irretroattività venga estesa a tutti i trattamenti pensionistici».

Rischio per le pensioni. Per Carta dietro la legge Richetti si nasconde il pericolo che in un futuro neanche troppo lontano vengano toccati i diritti acquisiti di tutti i cittadini. «Nessuna delle leggi sulla previdenza ha avuto carattere retroattivo. Né la riforma Dini né la Fornero. E nessuno è andato a toccare le baby pensioni di chi è potuto andare dopo 14 anni, 6 mesi e un giorno di contributi. La pericolosità di questa legge è che si apre la stura e si rischia il ritocco e il ricalcolo delle vecchie pensioni di tutti i cittadini».

Antipolitica. Il numero uno degli ex parlamentari sardi vede in questa norma tracce evidenti di incostituzionalità. «Non può essere indirizzata verso una sola categoria. Il problema è che oggi bisogna colpire i politici. Mi meraviglia la stupidità politica di Renzi, che pretende di battere l’albero e prendersi le mele, ma alla fine a prendersele sarà solo il Movimento di 5 stelle. Sia che la legge passi o non passi in Senato. Bastava sentire Di Maio: “vi abbiamo costretti a votare una legge che non vi piace”. È stato un grave errore culturale definire una guarentigia un privilegio. Io a 33 anni avevo una laurea in medicina, tre specializzazioni e l’idoneità primario. Non sono affatto pentito, ma se allora non avessi iniziato con la politica forse oggi avrei la villa e il motoscafo, o comunque avrei molti più soldi».

Legge spot. Tre legislature alla Camera e due al Senato. Piergiorgio Massidda è stato uno dei simboli isolani del ventennio berlusconiano prima della rottura con l’allora Pdl. Ininterrottamente in Parlamento dal 1994 al 2011. Ogni mese riceve da Roma circa 5mila euro di vitalizio. «Se avessi avuto una assicurazione privata avrei preso molto di più». Il no di Massidda alla legge Richetti non è un no corporativo, assicura lui. «Io sono l’unico che in 20 anni ha lasciato una delle due poltrone anche se non obbligato (nel 2011 si dimise dal Senato per la presidenza dell’Autorità portuale di Cagliari, ndr.). E oggi sarei pronto ad accettare qualsiasi soluzione se dovesse servire veramente, ma a mio avviso si tratta solo di una legge spot – attacca Massidda –. Avrei capito se fosse stata estesa a tutte le categorie. Anche perché si crede che siano i parlamentari a prendere più soldi e nessuno si ricorda dei magistrati, dei giornalisti, dei generali. La verità è che bisogna parlare solo dei politici. Io mi rendo conto di essere un privilegiato e non mi arrocco a difendere i vitalizi, ma la legge è uno strumento per arrivare ad altro. Ha ragione Brunetta – conclude l’ex parlamentare cagliaritano –: questo provvedimento ha anticipato un qualcosa che la gente ancora non capisce. Prelude ad altri interventi già anticipati dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, che potrebbero andare a colpire la povera gente».

Guerra giuridica. Deputato per soli due anni ai tempi dell’Unione di Prodi, non ha maturato i tempi per il vitalizio da parlamentare. Antonio Satta, leader dell’Upc, ha solo quello da ex consigliere regionale. Circa 2.500 euro per la legislatura dal 1989 al 1994. «È in atto una gara tra parte del Pd e il M5s. Tra chi dà il segnale più forte nella competizione per distruggere la classe politica – afferma Satta –. Non è mai esistito che ci fosse una retroattività, neanche nel diritto penale, ma mi inchino al Parlamento. È sovrano e può legiferare come vuole. Ma sarà ci sarà una guerra giuridica da parte di tanti ex parlamentari e consiglieri e sarà la Corte a dire l’ultima parola».

Misura giusta. Fuori dal coro l’ex 3 volte consigliere regionale ed ex senatore (ma solo per un anno e mezzo e dunque niente vitalizio parlamentare) Silvestro Ladu, condannato per peculato nel processo sui fondi consiliari. «Se ritengono di rivedere i privilegi lo facciano pure, forse è una misura giusta – dice –. Quel che è certo è che se avessi fatto il medico a tempo pieno avrei guadagnato di più. Ma ciononostante non mi pento. Anzi, sono felice di avere servito bene e onestamente la comunità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative