La Nuova Sardegna

Sulla riforma degli ospedali ancora guerra

Sulla riforma degli ospedali ancora guerra

La Commissione: impossibile accogliere tutte le richieste del Cal. Fi attacca: prevale il clientelismo

06 settembre 2017
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CAGLIARI. La Riforma della rete ospedaliera riatterra in commissione Sanità in consiglio regionale. Accompagnata dal parere negativo del Cal e dalle richieste in 18 punti che arrivano dal Consiglio per le autonomie. Una seduta in cui è stata presa visione delle richieste arrivate dal Cal. Molte delle quali, ha già sottolineato il presidente della commissione Raimondo Perra, «sono contemplate nel ddl, altre invece non rispondono ai requisiti strutturali, e tanto meno al decreto ministeriale 70 sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, al quale già col testo di riordino stiamo derogando». Le parole di Perra fanno capire che sarà impossibile accogliere una parte delle richieste, le maggiori difficoltà sembrano esserci sulla Maddalena, sul riconoscimento del Dea di secondo livello per l’ospedale di Nuoro e del Dea di primo livello per quello di Lanusei. Il percorso della riforma va avanti, almeno in commissione. Ma presto arriverà anche in aula. Prima c’è da superare anche la manifestazione davanti al palazzo della Regione prevista per domani.

Forza Italia. Ma non ci sono solo i sindaci del Cal a criticare la riforma. Critiche arrivano anche da Forza Italia. Pietro Pittalis e Alessandra Zedda, capogruppo e vice di Forza Italia in Consiglio regionale, incalzano «sulle carenze e la mancata trasparenza della riforma della rete ospedaliera. Avevamo già accennato a luglio l'insoddisfazione per quanto accade, frutto di una Riforma sanitaria disattenta al fabbisogno della salute dei cittadini. Questa politica di clientelismo deve finire, pena il declassamento delle Aziende ospedaliere».

Ministro turista. L’attacco più duro arriva dal coordinatore regionale di Forza Italia Ugo Cappellacci. «La Lorenzin è venuta come ministro o come turista? Nella seconda ipotesi, la prossima volta venga con mezzi propri. È sconcertante vedere una rappresentante del Governo comportarsi come se fosse una semplice visitatrice e che non abbia sentito il dovere di dare risposte alla comunità. Ma l’aspetto vergognoso è vedere l’assessore alla sanità di una giunta, che si ammanta di sovranismo, ridotto al ruolo di semplice e accondiscendente accompagnatore: degno rappresentante di un esecutivo di servili esecutori di ordini romani. Arru ancora una volta fa finta di nulla, continuando a mascherare sotto confuse argomentazioni tecniche una decisione politica, ovvero la chiusura del punto nascita, di cui lui, Pigliaru e il Governo sono pienamente responsabili. Ministro e assessore vagheggiano di elicotteri, di altre amenità senza sapere che costerebbero più delle soluzioni richieste dai maddalenini, ma nessuno dei due fa delle scelte nella direzione richiesta con forza dalla comunità. Sono 37 i casi di deroghe per i punti nascita e quasi tutti per terre insulari: La Maddalena e la Sardegna non sono forse isole? Il passaggio in traghetto non ha chiarito questo aspetto al ministro e all’assessore? Hanno bisogno di una carta geografica? Siamo stanchi di queste missioni ministeriali, sempre in periodo balneare, che hanno puntualmente la stessa conclusione: tante parole, zero impegni e l’immancabile plauso della giunta regionale».

La rete sarda. Critche anche da Claudia Zuncheddu, portavoce della Rete sarda difesa sanità pubblica. «La ministra Lorenzin ha ignorato la lettera che le avevamo inviato a giugno. Un documento circostanziato sulle ragioni delle lotte in corso in tutta la Sardegna. È un un atto grave la soppressione di servizi sanitari indispensabili come il punto nascite dell’ospedale Merlo. La Sanità sarda necessita di essere razionalizzata e potenziata e non tagliata. Domani la Rete ha indetto una grande manifestazione contro il "piano di riordino della rete ospedaliera sarda".

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