La Nuova Sardegna

Ugo Cappellacci dovrà risarcire 220mila euro alla Regione

di Mauro Lissia
Ugo Cappellacci dovrà risarcire 220mila euro alla Regione

Condannato a pagare per il danno arrecato con il licenziamento dell’addetto stampa

03 ottobre 2017
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CAGLIARI. La mannaia della Corte dei Conti si abbatte sul capo dell’ex governatore Ugo Cappellacci, che dovrà versare alla Regione 220 mila euro per risarcire circa la metà del danno erariale - 426 mila euro - causato all’ente pubblico nel 2009 con il licenziamento ad appena quattro mesi dall’assunzione del capo ufficio stampa Valerio Vargiu.

A deciderlo è stata la sezione d’appello della Corte dei Conti, che ribaltando il giudizio di primo grado ha incolpato il leader sardo di Forza Italia per aver «violato i doveri di prudenza, correttezza e cura delle sorti delle finanze erariali» visto che «non poteva ignorarsi che l’immotivata risoluzione unilaterale di un contratto di lavoro genera sempre conseguenze sul piano economico per il soggetto che arbitrariamente vi ricorre».

È stato lo stesso Cappellacci («ho fatto il mio dovere e mi è costato caro») a diffondere la notizia sul profilo Facebook, annunciando il ricorso per Cassazione. In realtà la decisione dei giudici contabili è definitiva, a meno che i magistrati supremi rilevino difetti di giurisdizione. L‘ex presidente della Regione spiega infatti in un lungo post che dovrà far fronte al verdetto della Corte dei Conti col suo lavoro di commercialista e mette polemicamente a confronto i testi delle decisioni di primo e secondo grado in cui i giudici sostengono prima la sua estraneità rispetto alla vertenza Vargiu e ora il suo coinvolgimento.

I fatti risalgono al 2009, quando Cappellacci decide di affidare l’incarico di capo ufficio stampa della giunta regionale al giornalista televisivo Valerio Vargiu. Il rapporto di lavoro va avanti per quattro mesi, poi si guasta a causa di dissapori piuttosto evidenti tra Vargiu e lo staff del governatore. La decisione conseguente è il licenziamento in tronco, cui segue l’inevitabile causa di lavoro in cui la Regione non si costituisce. Vargiu vince facile e il tribunale condanna la Regione a pagargli gli 8500 euro lordi di stipendio per i cinque anni previsti nel contratto, più spese e interessi.

Chiamato in causa dalla Corte dei Conti, Cappellacci spiega di aver saputo della causa di lavoro solo dopo la sentenza: «Se avessi partecipato al giudizio - sostiene ora - avrei spiegato le ragioni della decisione, legata al venir meno del vincolo di fiducia». Normale spoil system, si difende Cappellacci e i giudici gli danno ragione, condannando al risarcimento soltanto la Regione. In secondo grado il giudizio è di segno opposto: «Quando Cappellacci ha manifestato alla giunta la volontà di recedere dal contratto - hanno scritto i giudici - Vargiu era al lavoro da quattro mesi». In quanto alla causa di lavoro, che per il leader di Forza Italia sarebbe andata avanti a sua insaputa, la Corte ironizza parlando di «palleggio tra gli uffici» e di «magiche mutazioni» nel circuito della corrispondenza interna agli uffici.
 

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