La Nuova Sardegna

Ma il virus fa meno danni rispetto al 2013

di Antonello Palmas
Ma il virus fa meno danni rispetto al 2013

Il calo delle temperature e i sieri fermeranno il moscerino vettore. Si punta a 1,7 milioni di vaccinazioni 

24 ottobre 2017
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SASSARI. L’epidemia è ancora in evoluzione e lo sarà finché il freddo non sarà riuscito a uccidere il moscerino-vettore. Ma secondo Franco Sgarangella, coordinatore area veterinaria dell’Ats Sardegna, sembrerebbe che l’ondata di Lingua blu in Sardegna sia meno aggressiva rispetto a quella che devastò gli allevamenti ovini nel 2013.

«Se è vero che ai 932 focolai attivi su 14-15000 allevamenti isolani occorre aggiungere anche i casi sospetti e con essi si arriva a 1500 – spiega Sgarangella – si tratta di un’epidemia comunque ridotta rispetto a quattro anni fa quando ci furono 5000 focolai e oltre 100 mila capi morti. A oggi gli animali deceduti sono 3.500, un migliaio solo in Ogliastra. La strategia ha funzionato». A seguito della segnalazione di positività al sierotipo 4 in alcune zone dell'Isola, uguale a quello registrato in molte regioni italiane lo scorso anno, e visto che la popolazione ovina sarda non aveva protezione per questo gruppo (l’ultima vaccinazione risale al 2004), la Regione – dice Sgarangella – aveva deciso di procedere alla vaccinazione di tutti gli ovini degli allevamenti in un raggio di 20 km attorno alle positività segnalate».

«Purtroppo – sottolinea veterinario – la situazione epidemiologica si è complicata e a partire dalla fine del mese di luglio si sono verificati numerosi focolai in Ogliastra che non era stata interessata dalla vaccinazione preventiva e anche in Gallura dove solo in parte si era proceduto alla vaccinazione». Il virus è arrivato in Sardegna presumibilmente col vento dalla penisola (In Italia è giunto in Puglia dai Balcani, estendendosi quasi in tutto il Paese). «Ha iniziato a propagarsi dalla costa orientale, – dice Sgarangella –, fondamentalmente in due zone: San Teodoro, in cui era prevista la vaccinazione come zona a rischio e da dove ha cominciato a estendersi verso il centro arrivando fino alla zona di Ozieri e del Nuorese, o risalendo verso Olbia; e una dove non era prevista (Ogliastra), da cui si è propagata verso il Sarrabus. Così si è dovuta variare la strategia, normale per una epidemia il cui vettore è un insetto e quindi meno prevedibile».

Ora è in corso l’immunizzazione con l’ultimo stock di vaccini acquistati (oltre 1.7 milioni): «Sono già stati vaccinati oltre 1.2 milioni di capi (500 mila solo nel Sassarese), l’obiettivo è usarli tutti – dice Sgarangella – . Abbiamo esteso la vaccinazione a tutta la restante parte della Sardegna, partendo da Nurra, Oristano e Carbonia e andando incontro al virus da ovest verso il centro, mentre il virus si estende da est verso ovest. La strategia ha rallentato l’epidemia, il virus non ha dilagato se compariamo con 2013. Ma la stagione non è conclusa. Il moscerino vettore muore quando la temperatura scende sotto i 12 gradi la sera, quando entra in azione. Ancora ci si attende quindi un’evoluzione e sono segnalati problemi sul confine Nuorese-Oristanese e a Sinnai. Per l’anno prossimo occorre pensare a una campagna di vaccinazione a tappeto».

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