La Nuova Sardegna

Fondi per la limba, Regione sotto accusa: «Gonfia i numeri»

Canto a tenore
Canto a tenore

Il Coordinamento pro su sardu ufitziale: è antidemocratica. Ma l’assessore replica Dessena: «Ascoltiamo e lavoriamo con tutti»

27 novembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





NUORO. Non c’è pace per la limba. Oggi come ieri. «La Regione diffonde dati imprecisi e gonfiati sui finanziamenti alla lingua sarda e si comporta in maniera antidemocratica non coinvolgendo alla Conferenza regionale esperti e organizzazioni che dissentono dalle sue scelte». Spara un bordata infuocata, il Coordinamento pro su sardu ufitziale che punta il dito sull’organizzazione della Conferenza regionale della lingua sarda, promossa sabato scorso a Nuoro dall’assessorato regionale della Cultura. Nel mirino del Csu sono soprattutto i dati diffusi sui finanziamenti per la limba.

Lapidario, l’assessore in questione, Giuseppe Dessena, da marzo scorso chiamato nella squadra Pigliaru al posto di Claudia Firino. «Dopo aver promosso questa iniziativa a Nuoro per la lingua sarda – tira dritto Dessena – ora andremo avanti con una tappa a Sassari. Stiamo ascoltando tutti e lavorando insieme agli operatori. Siamo concentrati nella promozione di iniziative utili alla valorizzazione e tutela della lingua sarda. Governare un assessorato e promuovere azioni politiche richiede grandi energie e le nostre sono concentrate su questo» taglia corto senza dare troppo spago alla polemica dell’ultimo minuto sollevata dal Csu. Lo stesso sodalizio che qualche giorno fa a Roma aveva presentato al ministero Affari regionali una mozione sul caso Rai nella Conferenza statale delle minoranze.

«La Regione ha parlato in una nota di 15 milioni nel triennio 2015-2017 – sottolinea Giuseppe Pepe Corongiu, portavoce del Coordinamentu pro su sardu ufitziale –. Si tratta di un numero gonfiato con maldestre alchimie ottenuto semplicemente sommando agli scarsi investimenti linguistici quelli sull’editoria, sulle manifestazioni culturali in italiano, le bande musicali, le pro loco e il folklore. La verità è ben diversa perché la cifra si aggira intorno al 1,5-2 milioni annui scarsi di stanziamenti (non sempre effettivamente impegnati e spesi) di cui buona parte investiti dallo Stato e che, in termini percentuali, sono ben al di sotto di un qualsiasi 0,1% dell’intero bilancio regionale» dice ancora Corongiu.

«Questo la dice lunga – insiste una nota a firma dell’assemblea direttiva del Csu – su una Giunta che forse si è dimenticata di aver soppresso il Servizio lingua sarda nel 2014 (bloccando un processo positivo in atto dal 2005 con finanziamenti cospicui e progetti di livello internazionale) e averlo accorpato all’editoria, di cui oggi usa maldestramente i numeri (soprattutto il poderoso sostegno alle tv private che però trasmettono per il 90% in italiano) per cercare di occultare un’inconsistenza politica e culturale disarmante sul tema della lingua».

«Prova ne sia la non riuscita in termini di partecipazione e di contenuti della tardiva e autocelebrativa Conferenza regionale di Nuoro che per legge dovrebbe essere convocata ogni anno e arriva invece solo a fine 2017 a ridosso di scadenze elettorali. Peraltro senza aver approvato nessun Piano triennale, propedeutico per legge a qualsiasi spesa per conferenze».

«Del resto – riprende Corongiu – la tendenza è quella di chiudersi nel fortino dei governativi e degli esperti che non disturbano il manovratore. A Nuoro le organizzazioni sgradite non sono state invitate (tradendo così lo spirito democratico della Conferenza) così come – è la stoccata finale di una polemicha che per l’ennesima volta lascia la limba sanguinante – il Csu attende di poter esprimere in sede istituzionale il suo parere nella commissione regionale in merito al nuovo testo unico della lingua pensato per bloccare l’ufficialità del sardo e ridurlo al rango di pluridialetto». (l.p.)

In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative