La Nuova Sardegna

Comodi e moderni i treni del futuro tra Nuoro e Macomer

di Claudio Zoccheddu
Comodi e moderni i treni del futuro tra Nuoro e Macomer

Gli Stadler acquistati dalla Regione sostituiranno le littorine Ma per ora impiegano lo stesso tempo e non ci sono bagni

08 dicembre 2017
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INVIATO A MACOMER. Comfort e sicurezza. Per la velocità, invece, sarà necessario attendere ancora. Ieri i tre nuovi treni Stadler hanno collegato Nuoro e Macomer per la prima volta e da lunedì manderanno in pensione le littorine, classe di ferro 1958, ormai arrivate alle soglie dei 60 anni di attività. Le differenze con le vecchie motrici è lampante, nel bene e nel male. I nuovi treni hanno 180 posti in carrozze climatizzate, poltrone comode, accesso garantito ai portatori di handicap, illuminazione a led, spazio per le bici. Un altro modo di viaggiare, insomma. Ma c’è un aspetto in cui il vecchio supera il moderno: le vecchie littorine avevano il bagno in carrozza, le nuove no. Sugli Stadler mancano i wc e, per quanto si tratti di trasporto locale e non siano previsti dalla normativa, l’assenza dei servizi igienici è una falla enorme per un treno che impiega più di un’ora per ogni viaggio.

La velocità. C’è un fantasma del passato che non è stato possibile esorcizzare. I fiammanti motori diesel 6 cilindri classe “Cummins” a basse emissioni ottengono lo stesso risultato delle vetuste automotrici progettate alla fine degli anni ’40. Perché il tempo di percorrenza della tratta è rimasto lo stesso: 1 ora e 20. Per scendere sotto l’ora di viaggio, o perlomeno provarci, l’intera tratta dovrà essere automatizzata per rispettare i limiti imposti dal ministero dei Trasporti dopo l’incidente ferroviario accaduto nel 2016 in Puglia. Prima di spingere sul gas, insomma, bisognerà risolvere i problemi di sicurezza, come gli attraversamenti incustoditi che per ora sono affidati al buonsenso degli automobilisti e ai riflessi dei macchinisti.

Il viaggio inaugurale. L’Orient express sardo è partito da Macomer alle 11.28, due minuti in anticipo sulla tabella di marcia. A bordo c’era il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, l’amministratore unico di Arst, Chicco Porcu e tutto lo stato maggiore dell’azienda sarda che copre il trasporto pubblico locale e che gestisce cinque tratte ferroviari a scartamento ridotto, tra cui proprio la Macomer – Nuoro. Il nuovo treno non ha fatto bizze ma non ha nemmeno potuto scaricare sulle rotaie tutta la sua potenza. Dei 120 chilometri all’ora che potrebbe raggiungere, la condizione della linea permette di arrivare al massimo alla metà. Se la velocità di punta non supera i 70 chilometri all’ora, l’automotrice Stadler si fa apprezzare per la comodità mentre il macchinista è costretto a farla fischiare a ogni incrocio per segnalare l’arrivo del treno. Le fermate, in tutto, sono nove: Birori, Bortigali, Silanus, Lei, Bolotana, Telti, Iscra, Orotelli e Pratosardo. Il viaggio si conclude a Nuoro alle 12.51: un’ora e ventitré minuti dopo la partenza.

Il paesaggio. È il lato forte di un percorso tortuoso. I pendolari ci avranno fatto sicuramente l’abitudine ma la tratta tra Macomer e Nuoro è una strada ferrata ad altissimo coefficiente di spettacolarità. Le rotaie attraversano sugherete, si affacciano sui dirupi e sono un punto d’osservazione privilegiato sugli spazi dell’entroterra sardo. Una delizia per i turisti a cui si aggiunge la costante sensazione di attraversare il tempo, oltre che lo spazio. Le stazioni di campagna sembrano uscite da un film western, senza il pericolo di dover subire assalti alla ferrovia nello stile di Butch Cassidy e Sundance Kid. Un fascino, quello delle stazioni abbandonate, che si trasforma in orrore per chi è costretto a utilizzarle ogni giorno.

I titoli di coda del viaggio inaugurale sono arrivati a Nuoro, quando il treno è stato invaso dai bambini delle elementari che saranno i primi, dopo generazioni di studenti, a non mettere piede sulle littorine.

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