La Nuova Sardegna

Donne vittime di violenza in Sardegna, un reddito per renderle libere

Silvia Sanna
Donne vittime di violenza in Sardegna, un reddito per renderle libere

Il provvedimento inserito nella Finanziaria prevede un sostegno economico. Fondo di 300mila euro: è il primo in Italia. Pronta la proposta di legge di Zedda, Fi: lavoro e assistenza per chi denuncia

28 dicembre 2017
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SASSARI. Essere libere significa chiudersi una porta alle spalle e camminare da sole. Vuol dire non dipendere più dagli altri, sollevare la testa e decidere autonomamente, per il proprio bene e per quello dei figli. Per questo è stato chiamato “Reddito di libertà”: è un sostegno economico per le donne vittime di violenza, fisica o psicologica. È una stampella, una mano tesa per un nuovo inizio. Ma è anche un incoraggiamento rivolto alle donne – tante – che per vergogna o per paura non denunciano: il reddito di libertà è un paracadute che ammorbidisce l’atterraggio.

Il provvedimento porta le firme della consigliera regionale di Forza Italia Alessandra Zedda e del collega del Pd Franco Sabatini, presidente della III commissione Bilancio: a sostenere l’iniziativa pensata per le donne sono state le altre donne del Consiglio – Anna Maria Busia, Daniela Forma e Rossella Pinna – e tutti i componenti della commissione consiliare. Il reddito di libertà è un emendamento della legge finanziaria regionale che sarà approvata dal Consiglio martedì 9 gennaio.

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