L’ex presidente Columbu: «Psd’Az senza coerenza»
di Luca Rojch
L’esponente dei sardisti critica la scelta di Solinas di allearsi con la Lega «Nessuna discussione, prevale una linea ondivaga che crea forte disagio»
28 gennaio 2018
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SASSARI. La mutazione leghista del Psd’Az divide ancora il partito. Non nasconde il suo disorientamento l’ex presidente Giovanni Columbu, sconcertato dalla scelta dei vertici sardisti di andare con la Lega. Ma nessuno pensi che la radice del disagio di Columbu sia nella virata a destra del Pasd’Az, ma nel suo zigagare. «L’effetto non è positivo, né gradevole. A prescindere dal fatto che l’alleanza sia con un soggetto politico a cui si imputano valori che erano originariamente anti meridionalisti. Le mie riserve precedono le considerazioni di merito sull’alleato scelto. Io contesto oggi questa scelta di allearsi con i partiti italiani. Allo stesso modo avevo criticato la decisione di andare con Zedda alle Comunali di Cagliari. Il vero scandalo non è l'alleanza con la Lega. Perché non c'è niente di prospettico in questa alleanza, niente che riguardi in modo credibile i contenuti. È certo che l'attuale PsdAz alla prima occasione tradirà la Lega e la destra né più né meno come oggi tradisce la sinistra. Perché il PsdAz va in una direzione e poi in quella opposta. La sua costante è stare con i vincitori. Un fatto paradossale per un partito che si professa autonomo e indipendentista».
Columbu ricorda la linea. «Andare con chi vince non può essere la strada. Sia Zedda o il centrodestra. Un partito indipendentista non può andare a destra e sinistra senza perdere di credibilità. Si fanno solo scelte di tipo opportunistico. E tra le altre cose il congresso del 2015 aveva imposto lo stop a qualsiasi tipo di alleanza con i partiti nazionali».
Columbu indica anche la via. «Fino a qualche anno fa l’alleanza con i partiti italiani era l’unica alternativa. Ma da qualche tempo si è affermato in modo sempre più forte un sentimento indipendentista, che ha portato alla nascita di diversi partiti. Questo è lo spazio naturale in cui muoversi». Columbu ha provato a spiegarlo in diverse occasioni, ma i vertici del Psd’Az non lo hanno ascoltato. «È il motivo delle mie dimissioni. Prima che le presentassi, ma anche dopo, non si è mosso nulla. I temi essenziali da un punto di vista politico non sono mai stati affrontati. Non si è parlato di nulla, tanto meno delle alleanze. Avevo presentato un documento propositivo, che non è stato considerato. Non voglio esasperare gli animi. Ma una situazione di questo genere è una rinuncia agli ideali e ai principi etici del sardismo, questo genera malessere». E la scelta del segretario Christian Solinas di allearsi con la Lega qualche effetto lo ha già avuto. A Cagliari il gruppo in consiglio si è spaccato. Stessa cosa a Nuoro. Il pericolo è che lo stesso effetto si abbia in molti altri centri. Con la presa di posizione pubblica del consigliere regionale Angelo Carta, in aperta polemica, seguito anche da qualche sindaco. Per Solinas una minoranza più rumorosa che sostanziosa.
«E forse su questo ha ragione – continua Columbu –. Nel partito la maggioranza è per l’alleanza con la Lega. Ma credo che fuori gli oppositori a questo patto siano molti di più. Non penso ci sia il pericolo di una scissione, ma è evidente che nel Psd’Az serve un confronto». Columbu boccia la politica dei tre forni portata avanti da Solinas in queste settimane. «Si deve avere il coraggio di seguire la propria strada. Non si può trattare con col centrodestra, centrosinistra e con la lega nello stesso momento». L’ex presidente cerca di mantenere un certo equilibrio, ma alla fine ammette. «Provo grande rammarico per il partito e un po’ di indignazione. Qualcosa che appartiene alla Sardegna non può essere gestito in questo modo. Si devono portare avanti solo interessi collettivi. Non si può oscillare solo per interessi contingenti. E questo mio discorso non vuole demonizzare la Lega, ma sottolineare la mancanza di un confronto e di scelte coerenti che hanno portato a questa situazione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Columbu ricorda la linea. «Andare con chi vince non può essere la strada. Sia Zedda o il centrodestra. Un partito indipendentista non può andare a destra e sinistra senza perdere di credibilità. Si fanno solo scelte di tipo opportunistico. E tra le altre cose il congresso del 2015 aveva imposto lo stop a qualsiasi tipo di alleanza con i partiti nazionali».
Columbu indica anche la via. «Fino a qualche anno fa l’alleanza con i partiti italiani era l’unica alternativa. Ma da qualche tempo si è affermato in modo sempre più forte un sentimento indipendentista, che ha portato alla nascita di diversi partiti. Questo è lo spazio naturale in cui muoversi». Columbu ha provato a spiegarlo in diverse occasioni, ma i vertici del Psd’Az non lo hanno ascoltato. «È il motivo delle mie dimissioni. Prima che le presentassi, ma anche dopo, non si è mosso nulla. I temi essenziali da un punto di vista politico non sono mai stati affrontati. Non si è parlato di nulla, tanto meno delle alleanze. Avevo presentato un documento propositivo, che non è stato considerato. Non voglio esasperare gli animi. Ma una situazione di questo genere è una rinuncia agli ideali e ai principi etici del sardismo, questo genera malessere». E la scelta del segretario Christian Solinas di allearsi con la Lega qualche effetto lo ha già avuto. A Cagliari il gruppo in consiglio si è spaccato. Stessa cosa a Nuoro. Il pericolo è che lo stesso effetto si abbia in molti altri centri. Con la presa di posizione pubblica del consigliere regionale Angelo Carta, in aperta polemica, seguito anche da qualche sindaco. Per Solinas una minoranza più rumorosa che sostanziosa.
«E forse su questo ha ragione – continua Columbu –. Nel partito la maggioranza è per l’alleanza con la Lega. Ma credo che fuori gli oppositori a questo patto siano molti di più. Non penso ci sia il pericolo di una scissione, ma è evidente che nel Psd’Az serve un confronto». Columbu boccia la politica dei tre forni portata avanti da Solinas in queste settimane. «Si deve avere il coraggio di seguire la propria strada. Non si può trattare con col centrodestra, centrosinistra e con la lega nello stesso momento». L’ex presidente cerca di mantenere un certo equilibrio, ma alla fine ammette. «Provo grande rammarico per il partito e un po’ di indignazione. Qualcosa che appartiene alla Sardegna non può essere gestito in questo modo. Si devono portare avanti solo interessi collettivi. Non si può oscillare solo per interessi contingenti. E questo mio discorso non vuole demonizzare la Lega, ma sottolineare la mancanza di un confronto e di scelte coerenti che hanno portato a questa situazione».
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