La Nuova Sardegna

L’algherese Iacono in cella In garage fucili e proiettili

di Silvia Sanna
L’algherese Iacono in cella In garage fucili e proiettili

Fuggendo si era nascosto in un camper: ha fatto sparire pistola e scacciacani

11 febbraio 2018
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PISA. Si era rintanato sotto un camper a un centinaio di metri dalla sua casa nel quartiere Cep. Ai poliziotti ha chiesto “Mi stavate cercando da tanto?”, poi neppure un’altra parola. Patrizio Giovanni Iacono, 21 anni, si è chiuso nel silenzio assoluto: nessuna spiegazione sulla mattinata di follia alla Caffetteria Tirreno in via Michelangelo, quando in seguito a un rimprovero – “non impennare con la moto, vai piano” – Iacono ha sparato a quattro persone mandandole in ospedale e ha tenuto in ostaggio, paralizzata dal terrore, l’intera città. Portato in questura a Pisa, nella notte è stato trasferito in carcere. Nei suoi confronti – in attesa dell’udienza di convalida prevista domani o martedì – è stato emesso un fermo per tentato omicidio ed è accusato anche di detenzione abusiva di armi: in un box in affitto gli investigatori hanno trovato 2 fucili e proiettili. Nessuna traccia, invece, della pistola calibro 22 con la quale ha sparato al bar. Appare scontato che gli sarà contestata anche l’evasione dai domiciliari: Patrizio Iacono sta scontando una condanna a 1 anno e 8 mesi per una tentata rapina commessa in Sardegna quando era minorenne. Usufruiva di permessi orari, ma alle 11.30 di venerdì doveva essere già a casa. Invece nell’appartamento che condivide con la madre e un fratello non è mai rientrato. La sua fuga è durata circa 11 ore, a tradirlo è stato il telefonino: l’ha acceso per un attimo e le forze dell’ordine, che gli stavano addosso dalla mattina, l’hanno beccato.

L’arsenale. Due fucili, di cui uno a canne mozze, un silenziatore e munizionamento di vario genere. Tutto materiale di provenienza clandestina. Gli inquirenti lo hanno trovato, insieme a un tirapugni, durante la perquisizione effettuata la scorsa notte in un box nei pressi del palazzo in cui vive Patrizio Iacono. Il ragazzo non aveva con sé la calibro 22 e neppure la scacciacani e non c’è traccia neanche della moto da cross all’origine della violenta reazione alla caffetteria Tirreno. Il ragazzo si è allontanato a piedi dopo la sparatoria, su una sedia del bar è rimasto il casco. Polizia e carabinieri cercano uno o più complici che potrebbero avere nascosto la moto e la pistola e aiutato Iacono nella fuga.

L’evasione. Diverse persone hanno riferito agli investigatori di vedere spesso in giro Patrizio Iacono. Il giovane poteva usufruire in realtà solo di un paio ore di permesso la mattina: una attenuazione della misura cautelare legata al fatto che Iacono aveva necessità di uscire per fare la spesa e sbrigare commissioni, considerato che la madre è spesso assente perché fa la spola tra Pisa e Alghero. Nell’isola invece il figlio Patrizio non poteva rientrare per il divieto di dimora disposto dal giudice dopo il tentato omicidio di un anno fa proprio ad Alghero.

I feriti. I quattro feriti, tre italiani e un tunisino residente da tempo a Pisa, stanno bene e hanno lasciato l’ospedale. Erano al bar venerdì mattina quando Iacono ha sparato: prima con una scacciacani, poi con una calibro 22. Uno dei feriti è un miracolato: il proiettile è rimbalzato sul bottone dei jeans e ha fatto da scudo. I testimoni hanno riferito che Iacono sparava all’impazzata “c’era sangue dappertutto”. Inizialmente la dinamica ha fatto pensare a un nuovo raid razzista dopo quello di Macerata, ma si è capito subito che si trattava solo di un atto di follia.

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