La Nuova Sardegna

Le sfilate “blindate” ma carri e maschere non si fermano

di Claudio Zoccheddu
Le sfilate “blindate” ma carri e maschere non si fermano

Sicurezza, in vigore le nuove direttive imposte dal Viminale Giornata di festa nelle strade di Tempio, Mamoiada e Bosa

11 febbraio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Gli scherzi valgono ancora, purché non si giochi con le nuove norme di sicurezza. Perché nel carnevale del 2018 non può valere tutto. Anche le manifestazioni più irriverenti dell’isola, infatti, hanno dovuto fare i conti con le nuove misure di sicurezza imposte dal Viminale. Nelle prime uscite delle feste più seguite non ci sono stati problemi e l’obiettivo di tutti è che oggi si possa replicare. Il carnet degli impegni è ricco perché la domenica di carnevale tutta la Sardegna si mette in moto per sfornare gioielli che farebbero ammutolire anche i saturnali romani.

Tempio. È il giorno delle nozze di Re Giorgio. La fortunata, si fa per dire, è sempre la povera Mannena. Quella di oggi è la seconda sfilata perché il carnevale più folle della Gallura ha avuto il suo prologo giovedì con la prima uscita del Re e dei nove gruppi in maschera che lo accompagnano. Martedì, invece, la terza sfilata che culminerà con il processo a Re Giorgio e l’inevitabile condanna al rogo. E proprio a Tempio le direttive del ministero dell’Interno sono entrate in contatto con la festa delle maschere: divieto assoluto di vendita per le bottiglie di vetro e le lattine, 24 varchi blindati per accedere e per abbandonare il percorso e una ditta di professionisti della security che ha sostituito le associazioni di volontari nel presidio della manifestazione.

Mamoiada. Le star della sfilata di oggi, e di martedì, sono anche le maschere più conosciute della Sardegna: i mamuthones e gli issohadores. La “processione” lungo le vie del paese inizierà alle 14 e il silenzio dei mamuthones sarà infranto dai richiami e dal ritmo impartito dagli issohadores. Nel ritratto di un carnevale ancestrale troveranno posto anche i Diavoli di Tufara, praticamente gli omologhi molisani delle maschere di Mamoiada. Anche nel gruppo folk della cittadina molisana c’è un controllore e un controllato, anche se in questo caso il legame tra l’uomo e la bestia viene sostituito con quello che lega la morte al diavolo, che sfila indossando sette strati di pelliccia e una maschera zoomorfa .

Bosa. Il Karrasegare Osinku vive la tappa più importante il giorno di martedì grasso quando, dopo i lamenti funebri delle maschere che consumano il mattino, la sera scatta la ricerca di Giolzi. Ieri, però, una delle feste più originali dell’isola ha avuto un passaggio che l’ha resa unica: la sfilata delle maschere è andata in scena sul fiume Tempo, popolato per una volta da vichinghi, pirati e coccodrilli. Perché a carnevale può succedere anche questo.

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative