La Nuova Sardegna

Top 500 Sardegna: Generale Conserve, Olbia capitale del tonno in scatola

di Giandomenico Mele
Lavorazione del tonno alla Generale Conserve
Lavorazione del tonno alla Generale Conserve

L'azienda del marchio As do Mar è la più grande dell'isola nel settore agroalimentare. Investimenti in tecnologia avanzata per migliorare la resa della materia prima

17 febbraio 2018
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Da Olbia agli scaffali di tutta Italia. Nel segno del tonno e di un legame col territorio che si perpetua dai tempi della Palmera. La crisi della fabbrica di Su Arrasolu ha rappresentato un’opportunità, quando Vito Gulli e la sua Generale Conserve, nati a Genova, avevano deciso di salvare dal disastro un pezzo di storia dell’economia di Olbia. Poi è arrivato Adolfo Valsecchi, il nuovo presidente, a guidare una cordata di investitori che un anno fa rilevava le quote di Gulli attraverso un fondo di private equity. As Do Mar resta e cresce, un marchio che è diventato tessuto connettivo dell’economia sarda, la più importante azienda con sede nell’isola nel settore alimentare. Un fatturato nel 2017 vicino ai 155 milioni di euro, sostanzialmente immutato rispetto all’anno precedente. Stabilimenti a Olbia e in Portogallo.

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Sono i numeri e non i buoni propositi a rappresentare la realtà d’impresa. Ore lavorate: nel 2013-2014 sono state tra le 365 e le 370mila. Nel 2015, 381mila. Con un picco straordinario nel 2016: 544mila ore lavorate. Segno di una produzione che cresce, insieme al numero di persone impiegate. Nel 2017 sono state fatte nuove assunzioni: il personale fisso (con contratti a tempo indeterminato) è cresciuto dai 116 lavoratori del 2013 ai circa 200 del 2017: quasi 90 posti di lavoro in più per un incremento che supera il 70% nel triennio. I picchi stagionali di produzione vedono impiegate complessivamente, tra fissi e stagionali, circa 360 persone, in aumento nel 2017.

Dalla visione coraggiosa di Gulli si è passati senza traumi, nel segno della continuità, al pragmatismo, all’esperienza e alla cultura di impresa di Valsecchi. Così la lunga marcia del marchio As do Mar e della Generale Conserve ha in Olbia il suo motore, si scala sulle marce alte e non sono previste frenate. Adolfo Valsecchi aveva preso il posto di Vito Gulli dopo aver acquisito già da alcuni anni il controllo delle quote. Nello stabilimento della zona industriale di Olbia sono previsti investimenti per 8 milioni di euro in tecnologia avanzata. Il valore aggiunto sono lavoratori ad alta qualificazione, persone che sentono l’azienda come loro, che hanno lottato nei periodi più bui sapendo mantenere standard di professionalità altissimi. Per questo il futuro passa per il miglioramento della resa tecnica del tonno: utilizzare più materia prima di qualità che possa diventare tonno in scatola.

Dopo essere stato il pioniere della delocalizzazione, sfruttando le economie di scala e portando la produzione direttamente sui luoghi di pesca, Valsecchi ha puntato sulla “rilocalizzazione”, trasferendo la produzione al centro dei mercati di consumo. Per questo Olbia diventa sempre più strategica per Generale Conserve e il marchio di tonno in scatola As do Mar. I numeri ancora una volta aiutano a capire. Tra il 2013 e il 2015 le materie prime lavorate nello stabilimento della città gallurese si sono attestate intorno alle 10mila tonnellate. Nel 2016 sono cresciute da 10mila a 14.200 tonnellate, con un aumento del 40%, trainato proprio dai marchi As do Mar e dalle marche private che seguono i canali della grande distribuzione: da Conad, al ritorno nei negozi a marchio Coop, passando per Eurospin.

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Un trend che nel 2017 è cresciuto ulteriormente, con la previsione di 16mila tonnellate di tonno lavorato, un 15% in più rispetto all’anno precedente. As do Mar cresce in tutti i segmenti del mercato, da una quota del 7% nel 2015 a un 8,5% previsto per il 2017. Il marchio di tonno lavorato e confezionato a Olbia rappresenta il secondo player a livello nazionale, dietro solo a Rio Mare sul mercato italiano, mentre resta leader assoluto nel segmento Premium, quello di più alta qualità.

Le nuove opportunità occupazionali passano per la formazione in azienda. Su questo fronte lo stabilimento di Olbia rappresenta un esempio sostenibile all’interno dell’economia della conoscenza. Tirocini formativi dai 6 ai 12 mesi per giovani laureati e corsi di formazione professionale per gli operai rappresentano le macchine produttive dell’occupazione. Nello stabilimento di Olbia il numero medio di collaboratori è di 275 persone, mentre in Portogallo di 248. Inoltre, le alte percentuali di donne presenti negli stabilimenti (60% a Olbia e 94% in Portogallo) testimoniano l’importanza del lavoro femminile nelle produzioni del tonno e dello sgombro, che vengono effettuate a mano da esperte artigiane del taglio, della pulitura e della preparazione.
 

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