La Nuova Sardegna

la cerimonia 

Pigliaru: più autonomia Ganau: giornata dell’orgoglio

Pigliaru: più autonomia Ganau: giornata dell’orgoglio

CAGLIARI. L'aula nobile di Palazzo Viceregio affollata come non accadeva da anni, nell’aria le note della Marsigliese e di Procurade e Moderare, rivoluzioni a confronto, per dare un segno chiaro a...

29 aprile 2018
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CAGLIARI. L'aula nobile di Palazzo Viceregio affollata come non accadeva da anni, nell’aria le note della Marsigliese e di Procurade e Moderare, rivoluzioni a confronto, per dare un segno chiaro a chi era convinto che “Sa Die de sa Sardigna” appartanesse ormai al passato. Sarà la coincidenza coi settant’anni dello Statuto e col voto della legge che istituisce l’inno sardo, la festa del popolo sembra tornata ai fasti delle prime edizioni, stavolta ambientata proprio tra le mura del l'edificio che ospitò il viceré e i funzionari sabaudi, secondo la tradizione cacciati da Cagliari il 28 aprile 1794. Fra i protagonisti della giornata c’era il sostituto alla segreteria di Stato vaticana monsignor Giovanni Angelo Becciu: «Per me è una gioia essere qui - ha detto - sono fiero della mia terra e di voi che mandate avanti il discorso sull'identità. Auspico - ha aggiunto - che questa riscoperta dei valori ci porti a non chiuderci e, anzi, ad essere aperti verso gli altri». Lo stesso concetto ha espresso il presidente della Regione, Francesco Pigliaru: «Abbiamo bisogno di azione per portare avanti la frontiera del nostro sentirci sardi, la nostra tradizione culturale e storica, una tradizione identitaria che mai deve trasformarsi in rabbia e poi frustrazione e separazione». Quindi sì a «una società sarda aperta che stia nel mondo chiedendo però pari opportunità. Ed è giusto rivendicare più autonomia, ma dobbiamo dimostrare di saperla utilizzare bene». «La data del 28 aprile 1794 - ha ricordato il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau - è il simbolo dell'orgoglio sardo e il riferimento per un percorso non ancora compiuto che trova le ragioni più profonde nella ricerca di autonomia, nella sua difesa e nel suo ampliamento verso il pieno riconoscimento della sovranità e della piena autodeterminazione dei sardi». Per il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda «è fondamentale ricordare un momento di unità dei sardi e, nello stesso tempo, il momento di divisione: l'idea di uguaglianza e fraternità si sciolse come neve al sole per colpa di alcuni che tradirono». Chi sono i nemici della Sardegna oggi? Per Zedda solo «tutti coloro che inquinano, si appropriano delle risorse di tutti, danno fuoco ai nostri boschi, coloro che hanno ottenuto risorse per aprire le nostre fabbriche e poi non hanno dato un posto di lavoro».

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