La Nuova Sardegna

Il mercato cinese per Marriott nelle mani di una ragazza sarda

Serena Lullia
Il mercato cinese per Marriott nelle mani di una ragazza sarda

La catena dei 5 stelle della Costa Smeralda punta sulla giovane nuorese: «Prima si guardava alle città d’arte, ora le nuove generazioni vogliono il mare»

28 maggio 2018
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PORTO CERVO. La sua missione è conquistare il Dragone. 27 anni, cuore nuorese, studi sassaresi. Ilaria Delrio è stata scelta dal colosso alberghiero Marriott per esplorare il mercato del turismo cinese di lusso. Negli occhi della giovane la determinazione delle donne di Sardegna. Nel cuore la grande passione per la cultura mandarina, di cui ha fatto il suo lavoro. Dal giorno della laurea all’assunzione nell’azienda simbolo dell’ospitalità alberghiera a cinque stelle è passato meno di un anno. Il suo curriculum blasonato è piaciuto subito a Franco Mulas, area manager Marriott Costa Smeralda. Che l’ha voluta nel suo staff che sa sempre più di Sardegna. «Quando mi hanno chiamata per il colloquio inizialmente non ci credevo – spiega entusiasta Ilaria –. Sono rimasta qualche secondo in silenzio, credo di aver farfugliato qualcosa, poi mi sono ripresa. La prima telefonata? Per mia mamma, era felicissima. Sono davvero entusiasta di poter lavorare per una eccellenza internazionale come Marriott. Per me una grande opportunità».

La passione come lavoro. Studi classici al liceo di Nuoro, università a Sassari dove frequenta il Corso di laurea magistrale in Lingue moderne e comunicazione interculturale. «Ho sempre avuto la passione per le lingue e quando ho deciso di farne la mia professione – racconta – ho scelto un corso di laurea che fosse stimolante ma potesse anche aprirmi delle possibilità lavorative. È giusto seguire le proprie passioni, ma si deve pensare anche alle concrete opportunità occupazionali». Con un approccio molto razionale Ilaria si guarda intorno. Vede il mondo che cambia, la Cina in espansione, il mercato arabo sempre più in crescita. «Il corso universitario prevede la scelta di due lingue tra inglese, tedesco, francese, spagnolo, russo, arabo, cinese. Io ho optato per inglese e cinese. Avevo provato anche l’arabo, ma il cinese mi è venuto naturale».

I viaggi. Quasi un talento innato per Ilaria imparare gli ideogrammi e quei suoni così particolari che rendono il cinese quasi una musica stonata per le orecchie occidentali. «In effetti non è semplice, non è una lingua alfabetica ma si fonda sugli ideogrammi – spiega – e ha un sistema di toni che rende impegnativo l’apprendimento. È stato fondamentale trascorrere dei periodi di approfondimento in Cina. Lo studio sui libri non basta».

Ilaria la vagabonda, come la chiamano in famiglia dopo il primo viaggio in Irlanda, parte prima per Shangai e ci resta tre mesi. Poi per cinque viva la quotidianità di Xian. «Una città meno internazionale rispetto a Shangai che ho preferito perché ci ho trovato la Cina più autentica – racconta –. Quasi nessuno lì parla inglese, è stata una esperienza formativa davvero fantastica». Ilaria prova anche a spiegare il fascino della cultura cinese. «Al primo impatto può sembrare difficile da capire e complesso instaurare delle relazioni. Ma una volta che impari a conoscerli, i cinesi sono delle persone dalla gentilezza disarmante, nei rapporti di amicizia sono affettuosi e premurosi. Certo hanno un fortissimo senso del rispetto e negli ambienti di lavoro grande formalità. L’etichetta è un elemento imprescindibile per la riuscita di una buona negoziazione». Nel 2017 la laurea con una tesi sulle aziende cinesi in Italia. Poi la premiazione alla Camera dei deputati per i laureati meritevoli selezionati dalla Fondazione Italia-Usa. Nel curriculum anche la collaborazione di due anni con l’Università che si conclude a dicembre dello scorso anno. «Ho così cominciato a valutare quali settori potessero offrirmi delle opportunità di lavoro oltre che di crescita professionale – dice con lucido approccio manageriale –. Ho quindi inviato il curriculum ad alcune aziende, in Italia ma anche in Cina». Ilaria programma il suo realistico calendario di attesa. Sa di avere un curriculum molto raro ma pensa a un tempo da disoccupata di almeno un anno. «Sono stata contattata da un hotel, ma anche dalla Cina per insegnare italiano e inglese. Poi la telefonata dalla Marriott Costa Smeralda – aggiunge –. Ho fatto diversi colloqui, alcuni via Skype, altri di persona e mi hanno assunta».

Alla conquista della Cina. Il titolo che la Marriott Costa Smeralda le riconosce è Sales coordinator nella direzione commerciale del mercato cinese. La Costa Smeralda da alcuni anni osserva quel mercato così diverso da quello occidentale. Per entrare serve il passo leggero. «Marriott vuole puntare sulla Cina che considera importante per la Costa Smeralda e per la Sardegna – argomenta la giovane nuorese –. Cominciamo ad avere i primi interessanti riscontri e abbiamo quindi deciso di proseguire nell’esplorazione di questo mercato. Avere una persona che parla cinese permette l’accesso a un mondo che ha una cultura con esigenze particolari. Dobbiamo preparare la destinazione per accoglierli». Ilaria Delrio traccia poi l’identikit del turista cinese medio. «Per loro fino agli ultimi anni la vacanza in Italia era sempre stata legata solo alle città d’arte, Firenze, Roma. Ora si stanno aprendo anche al turismo balneare, in particolare le nuove generazioni iniziano ad apprezzare l’Europa». E i più grandi ambasciatori d’Italia e di Sardegna in patria sono gli expat, i connazionali che vivono qui da anni. «I cinesi sono attratti in particolare dalla qualità della nostra aria, dalle attività all’aria aperta – conclude –. Stiamo facendo delle tappe esplorative e a ottobre parteciperemo alla fiera del lusso Iltm dove incontreremo operatori esclusivamente cinesi. Costruiremo in questo modo i contatti che piano piano ci apriranno le porte del mercato cinese».


 

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