La Nuova Sardegna

Trapianti, mai così pochi: morti sei pazienti in attesa

di Silvia Sanna
Trapianti, mai così pochi: morti sei pazienti in attesa

Sos dall’associazione Prometeo: appena 44 interventi, nessuno di cuore. La richiesta all’assessore Arru: acceleri la nomina del coordinatore regionale

21 settembre 2018
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SASSARI. Erano convinti di avere toccato il fondo nel 2015, quando il numero dei trapianti d’organo aveva subìto un calo drastico e tre persone in lista d’attesa erano morte prima che arrivasse la chiamata salvavita. Invece, in questi giorni, hanno avuto la conferma di quanto già sospettavano: i numeri dei trapianti sono i peggiori degli ultimi 10 anni e in confronto quelli del 2015 non appaiono più così terribili. Soprattutto perché, nei primi 9 mesi del 2018, si contano già 6 morti tra i pazienti in lista d’attesa per un fegato nuovo. Complessivamente i trapianti eseguiti quest’anno sono stati 44, 18 in meno rispetto al 2017. E nell’elenco è ferma a zero la casella dei trapianti di cuore.

L’allarme. È l’associazione Prometeo a denunciare la situazione «gravissima»: i rappresentanti dell’associazione sarda Aitf, che riunisce trapiantati e loro familiari, hanno fatto il quadro drammatico all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru invitandolo a procedere con urgenza alla nomina del nuovo coordinatore del centro regionale trapianti. «Sono passati tre anni dalla scadenza del mandato del professor Carlo Carcassi – spiega Pino Argiolas, presidente di Prometeo Aitf – e sappiamo che che la procedura di selezione del nuovo coordinatore è giunta a conclusione. Alla nostra associazione interessa solo che sia capace e fortemente motivato perché nell’isola c’è un grande lavoro da svolgere».

L’assessore Arru è stato rassicurante: «La nomina avverrà in tempi brevi. L’Ats ha concluso la procedura di selezione per il conferimento dell'incarico e trasmetterà alla Regione gli esiti dell'istruttoria della commissione di valutazione. Subito dopo, si provvederà all'adozione del decreto di nomina da parte dell’assessorato». La situazione potrebbe dunque sbloccarsi in tempi rapidi e consentire a una macchina rodata come quella di trapianti e donazioni, di uscire dalla palude in cui sembra essere precipitata».

La situazione. È legittimo pensare che negli ultimi 3 mesi dell’anno difficilmente ci sarà una inversione di tendenza. Sino al 12 settembre – data dell’ultimo rilevamento – nell’isola sono stati effettuati 44 trapianti di cui nessuno di cuore e ci sono stati 6 morti in lista di attesa per un trapianto di fegato, «un numero mai toccato negli ultimi 10 anni e che rappresenta una sconfitta per il nostro Servizio sanitario regionale – commenta Argiolas –. La situazione è troppo simile a quella del 2015, quando si registrò il minore numero di trapianti dell’ultimo decennio.

Ne furono, infatti, realizzati solo 52 (di cui 34 di rene, 3 di cuore, 14 di fegato e 1 di pancreas), a fronte di una media annua di 78 trapianti complessivi, e si verificarono, inoltre, 3 morti in lista di attesa». In particolare, spiega Argiolas, mentre l’attività di trapianti è andata avanti con regolarità nelle strutture ospedaliere di Sassari e Nuoro, «ha subito un enorme rallentamento all’Azienda Brotzu di Cagliari». Oltre alla questione urgentissima relativa alla nomina del coordinatore, l’associazione ha sottolineato la difficile situazione del Centro trapianti di fegato sollecitando il potenziamento del Day Hospital – la struttura assiste circa 400 trapiantati con un organico (medici e infermieri) sottodimensionato – e la trasformazione della Terapia semi-intensiva in Rianimazione dedicata ai trapiantati di fegato e pancreas. «In particolare – spiega Argiolas – abbiamo chiesto che si sblocchi tale percorso di trasformazione con l’assunzione del personale necessario: almeno 2 medici rianimatori, 4 infermieri e 2 operatori socio sanitari».
 

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